Siena

Comege Industrial, nubi sul futuro. Stefanelli (Fiom): “Dall’azienda nessun passo in avanti”

Tredicesime e stipendi non pagati e mancanza di certezza sulla continuità stessa dell’azienda. E poi ancora contributi sindacali e per il fondo pensione non pagati nonostante le trattenute nelle buste paga dei lavoratori.

Non vede evoluzioni in positivo la situazione di Comege Industrial, che si trova a Le Frigge, nel comune di Monteriggioni e che ha visto entrare un nuovo attore di recente nell’assetto societario.

“Un ulteriore problema – spiega Carmine Stefanelli, Fiom Cgil Siena – riguarda gli alloggi forniti dall’azienda ai lavoratori, in particolare agli extracomunitari. Le trattenute sugli stipendi per il pagamento di affitti e utenze non sono state versate, lasciando alcuni dipendenti senza luce e costringendoli ad abbandonare le abitazioni. Questo ha avuto gravi conseguenze anche sul rinnovo dei permessi di soggiorno, aggiungendo un pesante risvolto sociale alla vicenda”.

Di recente la sigla ha incontrato il sindaco Andrea Frosini. “Ma – prosegue Stefanelli –  resta il dubbio che la proprietà o il presunto soggetto interessato al rilancio dell’azienda non abbia alcuna reale intenzione di partecipare a un tavolo istituzionale. Se questa situazione dovesse persistere, il prossimo passo potrebbe essere portare la questione all’attenzione della Regione”.

Da Monteriggioni ci si sposta a Poggibonsi, dove è in corso un braccio di ferro tra l’azienda Vitap e le parti sociali, con i dipendenti in stato di agitazione, con uno sciopero articolato.

“È ormai chiaro a tutti che, nonostante le aperture mostrate dai lavoratori al tavolo di confronto, l’azienda continua ad adottare un atteggiamento ostile, rifiutando qualsiasi forma di dialogo o contrattazione – le parole del segretario Fiom Cgil Siena Daniela Miniero – . Questo dimostra che la vera motivazione dietro la disdetta della quattordicesima e di tutti gli accordi aziendali non è tanto la crisi economica dell’azienda, quanto la precisa volontà di abbattere il costo del lavoro”.

E prosegue: “Di fatto, si sta creando un salario d’ingresso e si stanno cancellando unilateralmente tutti i risultati di una contrattazione aziendale e sindacale costruita negli ultimi vent’anni. Questo è inaccettabile. I diritti conquistati sul campo non possono essere cancellati così”.

 

marco crimi

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