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Con il Covid-19 anche l’intrattenimento è esclusivamente sul web

Le ultime settimane e le relative ordinanze restrittive hanno cambiato molti business. Chi ha potuto ha convertito la propria produzione in favore di prodotti il cui commercio di questi tempi è molto richiesto, ad esempio mascherine, camici, respiratori; altri hanno proprio chiuso momentaneamente il business reale trasferendolo sul web, come servizi commerciali, scuole, uffici. Lo stesso ha fatto l’industria dell’intrattenimento, o almeno lo hanno fatto quei 2/3 che ancora si consumavano nel mondo reale. Anche il sesso, insomma, è diventato smart working quando possibile. 

Ad accogliere le signore del settore sono stati in particolare siti web appositamente dedicati che come “case chiuse digitali” hanno accolto le escort italiane a Torino, così come nelle altre città dello Stivale. Qui si possono trovare gli annunci e le offerte del settore. Ovviamente fra il “vecchio stile” e quello dell’era del digitale c’è una grande differenza, ma con i tempi che corrono per sopravvivere bisogna adeguarsi.

Cosa cambia e quali sono gli strumenti del nuovo mondo del sesso?

Spostando il business online, gli strumenti indispensabili per l’attività sono diversi. Occorrono innanzitutto una buona connessione e un device che sia performante: il tutto, infatti, si svolge con una videochiamata mediante i software di comunicazione che si potrebbero impiegare per un qualunque incontro di lavoro. In secondo luogo è necessario un portafoglio digitale per il controllo e la gestione dei pagamenti online. Anche in questo caso si tratta di strumenti che tutti sono abituati ad utilizzare regolarmente, come Paypal o simili.

Ultimo, ma non meno importante, il canale attraverso cui si raggiungono i clienti: a quanto pare si utilizzano i social network o siti specializzati appositi per annunci del settore. È chiaro che tuttavia trattandosi di un mercato più agguerrito per reggere la competizione si devono rivedere i tariffari e quindi per mantenere gli stessi introiti le ore lavorative devono essere di più.

Il “post Covid”

Con il Coronavirus le difficoltà di fronte alle quali si sono trovate tante donne che esercitavano la prostituzione sono state tante. Le statistiche hanno infatti registrato un forte aumento di richieste d’aiuto da parte di questa categoria alla Caritas e alle associazioni di volontariato che operano per la loro tutela. 

Chi infatti non è riuscito a riorganizzarsi per lo “smart working” si è trovato in forte difficoltà economica, mancando il sostentamento. Per qualcuna quando si tornerà alla normalità sarò un ritorno quindi al poter lavorare per vivere, ma per altre questa fase potrebbe essere stata una svolta per cambiare il proprio lavoro portandolo sul web, una versione decisamente meno invasiva.

I più speranzosi vedono nella fase Covid un’occasione durante la quale si è potuto riflettere maggiormente sulla questione sicurezza e che potrebbe quindi riaccendere i dibattiti sull’apertura delle case chiuse. Con queste di certo sarebbe più facile sottoporre le professioniste a controlli sanitari e garantire maggiormente la sicurezza, non solo per il Covid-19, ma anche per tante altre malattie. Senza contare che un’ufficializzazione di questo settore potrebbe voler dire incassi in tasse allo Stato e trattandosi di un giro di affari di un miliardo, di certo farebbero comodo.

Francesco Laezza

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