Sono trascorsi 1700 anni dal primo concilio ecumenico della storia cristiana, tenutosi nel 325 a Nicea, l’odierna İznik in Turchia, in cui i vescovi delle chiese d’Oriente e d’Occidente si riunirono per elaborare un testo che sintetizzasse le verità della fede degli apostoli, un “simbolo” che sarebbe poi diventato il credo Niceno-Costantinopolitano, ancora oggi professato nella liturgia delle chiese cristiane.
L’Arcidiocesi insieme al Comune con la collaborazione dell’Istituto superiore di Scienze religiose e della Fondazione Monsignor Orlando Donati, organizza una conferenza sul tema “Credo: 1700 anni dal Concilio di Nicea” che si terrà venerdì 5 dicembre 2025, 17.30, sala del Mappamondo, palazzo pubblico.
Lo scorso 28 novembre 2025 il Papa Leone XIV si è recato pellegrino in Turchia, nel suo primo viaggio apostolico alle origini della fede della Chiesa, compiendo sulle rovine dell’antica Nicea un gesto storico di preghiera comune, con i diversi rappresentanti delle confessioni cristiane e soprattutto col patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli: il Credo professato infatti è stato motivo di unità nei secoli, ma anche di divisioni politiche e d’interessi di parte fra le Chiese d’Oriente e d’Occidente.
Venerdì prossimo, la riflessione si aprirà con un’introduzione storico-teologica di don Roberto Bianchini, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Santa Caterina da Siena” sezione di Siena; proseguirà sul rapporto tra Credo e sviluppo della liturgia nelle chiese il professor Stefano Parenti, docente di Liturgie orientali al Pontificio ateneo di Sant’Anselmo in Roma; la riflessione si concluderà con la presentazione da parte di don Enrico Grassini, direttore dell’Ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi, di un’opera d’arte straordinaria e unica nel suo genere, conservata nella cappella di Palazzo Pubblico, adiacente alla sala del Mappamondo: gli stalli lignei del coro “dei Signori”, intarsiati dall’artista senese Domenico di Niccolò tra il 1415 e il 1428, che raffigurano gli articoli del Credo Niceno-Costantinopolitano.