È stato presentato nei giorni scorsi il volume curato da Confindustria Toscana Sud ed edito da Sillabe dedicato alla storia del Palazzo Bichi Ruspoli all’arco dei Rossi sede della delegazione di Siena. Gli autori del libro sono Carlo Nepi, Marilena Caciorgna, Marina Gennari, Graziella Papei, Ilaria Bichi Ruspoli. Il libro apre una serie di studi e riflessioni non solo sulla storia del Palazzo, ma più in generale sul tessuto urbanistico della città.
Per molto tempo Siena è stata infatti considerata una città facile da leggere. La straordinaria compattezza del suo tessuto urbano racchiuso dentro le mura, organicamente inserito nella morfologia del territorio e la potenza figurativa dei suoi grandi complessi architettonici e delle sue piazze principali ne hanno decretato, per secoli, in modo definitivo, la diretta corrispondenza e quasi equivalenza con il periodo medievale e la cultura gotica. La sua storia, oltre che la sua forma urbana avvalora e conferma d’altro canto questa visione, ma quando si entra più in profondità nelle trame e negli orditi dei suoi tessuti edilizi e ci si addentra all’interno di complessi edificati che, in un lungo tempo, hanno mutato funzioni e sistemi organizzativi dei propri spazi, allora si scoprono realtà sorprendenti, abbastanza lontane da quei canoni convenzionali che abbiamo considerato, un po’ pigramente, irremovibili e immodificabili.
Palazzo Bichi Ruspoli all’Arco de’ Rossi costituisce uno degli esempi più significativi di un brano di città in continua trasformazione. Da quando è iniziato lo studio per il volume, ha cominciato a prendere forma una storia urbana, architettonica e familiare di grande interesse, densa di storia cittadina e di cultura. Il palazzo è stato teatro di grandi trasformazioni e di importanti interventi che ne hanno cambiato struttura e immagine. Il materiale documentario già esistente è stato arricchito con originali ricerche di archivio e, come nel caso delle facciate del palazzo e degli apparati tessili dei salotti settecenteschi, utilizzando quella particolare e preziosissima forma di conoscenza legata alle operazioni di analisi diretta che si svolgono nell’ occasione di un restauro.
L’architetto Marina Gennari ha ricostruito, per la prima volta in modo completo, le vicende storico architettoniche del palazzo, attraversando tutte le fasi della sua evoluzione, dall’epoca del Castellare dei Rossi, alle innovazioni tardo trecentesche, alla importante revisione architettonica del Cinquecento, fino alle trasformazioni condotte tra la fine del Seicento e l’Ottocento. Marilena Caciorgna, studiosa di iconografia e tradizione classica, ha indagato e approfondito lo studio delle sale affrescate del palazzo, inquadrando le personalità artistiche degli autori, in relazione alla committenza e all’ambiente culturale dell’epoca, particolarmente ricco di incontri tra letterati, filologi, poeti, oltre a nobildonne animatrici dei salotti della città. Strettamente connesso al saggio di Caciorgna si colloca quello di Ilaria Bichi Ruspoli, storica dell’arte e discendente della famiglia, la quale ricostruisce, per la prima volta, con il supporto originale di documenti e memorie familiari, le vicende dinastiche dei Bichi, intrecciandole con le attività di committenti d’arte mirate all’abbellimento e decoro del palazzo all’ Arco de’ Rossi.
Graziella Palei ha scritto, infine, dell’apparato tessile di rivestimento delle pareti delle tre sale poste al piano nobile del palazzo. Se ne era occupata da restauratrice, negli anni 2011-2013 ed ha potuto valutare, in quella occasione, osservandone da vicino la fattura, la straordinaria importanza storico artistica di questi tessuti ricamati nel periodo tardo settecentesco.
Il libro ha l’ambizione di tenere insieme il rigore scientifico della ricerca con l’attrattività del racconto, e di favorire una lettura non solo da specialisti ma soprattutto da amanti della cultura artistica e della città. E’ funzionale a questa visione la forma editoriale pensata, tra l’altro, per valorizzare l’apparato delle immagini più significative riguardanti i documenti di archivio e i rilievi in alta definizione di alcune parti del palazzo, così da consentire la lettura e la comprensione dei più minuti dettagli dell’architettura e delle opere pittoriche e decorative.
Così commenta l’opera il Direttore Generale di Confindustia Toscana Sud Antonio Capone: “Per chi lavora, ha lavorato o semplicemente frequenta la Confindustria di Siena prima, delegazione senese di Confindustria Toscana Sud oggi, è diverso. Per loro, per me, al varcare della soglia in via de Rossi n. 2 ad attendere non c’è solo la scrivania, ma la magnificenza di una dimora storica che con lungimiranza, responsabilità e gusto gli industriali senesi nel lontano 1969 decisero di far diventare la sede della loro associazione. Una unione di valori artistici, storici ed imprenditoriali che dà il senso, e lo proietta verso il futuro, di cosa il territorio senese è stato capace di generare e di quello che, attraverso i valori dell’impresa, ancora oggi sa costruire”.
“Sono estremamente contento che l’Associazione degli industriali di Siena, parte integrante di Confindustria Toscana Sud, abbia voluto supportare gli studi relativi e poi pubblicare, la storia e la narrativa delle ricchezze di Palazzo Bichi Ruspoli. Il nostro palazzo è un raro esempio, fra l’altro a noi giunto in ottime condizioni, della Siena del Settecento, spesso meno nota. La nobile dimora è considerata fra le vestigia illustri della città e anche per questa ragione siamo contenti del volume che è stato appena completato con il nostro supporto: inoltre abbiamo deciso di aprire il Palazzo alla Città, nel senso che già come accaduto con le Giornate di Primavera del FAI, il Palazzo sarà fruibile dai cittadini del territorio ma anche da altri visitatori, in occasioni particolari, ospitando anche mostre e convegni.” Queste le parole del Presidente della delegazione di Siena di Confindustria, Fabrizio Landi