Congiunzioni di vita

Appoggiati a un parapetto, dando le spalle a un panorama di tetti rossigni e di colline increspate di fulgido verde, i due fidanzati, nell’ora postmeridiana che precede il tramonto, lasciavano fluttuare le anime nell’onda d’attesa che pervadeva tutta la città del Palio. Nel cielo terso, scaldato dall’oro basso del sole, profluivano nuvole bianche sospinte dal respiro invisibile della Terra.

Lei esclamò: «Che caso capitare a Siena proprio oggi!».

Lui disse: «Forse il caso non esiste: non avevamo mai pensato di venire al Palio, e il destino ha voluto che l’occasione arrivasse non cercata».

«Eppure ero certa che fosse d’estate. Fra quanto correranno?». «Penso debba ancora passare del tempo».

«Già! Questo angolo sembra tranquillo; ma tutt’intorno non senti anche tu un movimento nell’aria?». «Lo sento. Sei dispiaciuta di non essere in piazza?».

«Non so. E tu?». «Forse ora ci vorrei essere».

«È tardi per andarci». «Certo».

I due si guardarono sorridendo intensamente. Lui proseguì: «Quelle bandiere, quei canti, quelle file compatte di uomini e donne, quei cavalli dagli occhi accesi di fierezza… mi hanno dato una scossa».

«Ascolta – disse la ragazza – : ci fermiamo qui stanotte? Non ti piacerebbe assistere al trionfo di quella che vincerà?». «La contrada, dici?».

«Sì». «Non ci sarà un solo posto per dormire oggi a Siena».

«Io non pensavo di dormire qui, ma di trascorrervi la notte: magari desti». «C’è così tanta energia che, forse hai ragione, non sarà necessario dormire».

«Mescoliamoci a questo sangue pulsante!». «Cosa fai? Mi citi?» chiese lui con scherzosa severità. «A cosa pensavi quando scrivesti questa frase?».

«Non ricordo più. Probabilmente a te; a noi due». «Pensavi di portarmi nel centro della vita, per unirti a me proprio lì!».

«È vero».

«Hai spesso detto: chi ha cuore vibra all’unisono con tutti quelli che ne hanno, anche se sono degli sconosciuti». «Ascolta!». «Che c’è?».

«La campana ha smesso di mandare quel suo rintocco grave».

«È vero. Cosa significherà?».

Lui rispose abbracciandola: «Significa che questa è un’ora la quale segna la nostra vita, e ci coglie qui, in una città di fervore. Affidiamoci ad essa. È il momento di inaugurare qualcosa, questa notte».

Lei lo strinse a sé; mentre l’aria pareva rullare e palpitare, e il silenzio lasciato dal Sunto si colmava di speranze.

Testo: Andrea Laiolo

Illustrazione: Riccardo Manganelli

Andrea Laiolo nasce ad Asti nel 1971. Si laurea con una tesi sulla valenza scenica del verso alfieriano, vincitrice del Premio Alfieri nel 1999. La sua prima silloge poetica è del 2004, seguita da altre, le ultime delle quali sono Aurea Ora (Bertoni 2021) e Nella schiusa rosa dei venti (Controluna, 2023) che contiene anche testi di Mario Marchisio e Bartolomeo Smaldone; ha inoltre pubblicato testi teatrali e vari interventi saggistici. Del 2022 è I figli del mattino (Readaction Editrice), raccolta di racconti ispirati agli antichi pittori della Scuola Senese e alle loro opere: il più recente pannello appartenente a un lavoro letterario che ha avuto fin dall’inizio la città del Palio tra i suoi principali oggetti, e già sfociato in una raccolta poetica interamente dedicata: La città della Festa, Achille & La Tartaruga, 2016)