L’assemblea consiliare, oggi, ha confermato per il 2021 le aliquote dell’addizionale comunale Irpef ed Imu dell’anno precedente.
L’assessore al bilancio, Luciano Fazzi, ha spiegato: “In considerazione dell’emergenza epidemiologica dacovid-19 e a una conseguente riduzione delle entrate di parte corrente, si ritiene opportuno confermare le aliquote nella stessa misura degli anni precedenti, ai fine di garantire la permanenza degli equilibri di bilancio”.
Rimane, quindi, la previsione dell’esenzione per redditi imponibili fino a 12mila euro; 0,735 l’aliquota per i redditi fino a 15mila; 0,78 per redditi da 15mila a 28mila; 0,79 da 28mila a 55mila; 0,795 da 55mila a 75mila, e 0,8 per quelli oltre 75mila.
In merito alle aliquote Imu, è lo stesso Fazzi a illustrare: “Con l’attuale situazione economica della città, dovuta al perdurare dell’emergenza da covid, abbiamo ritenuto opportuno, nel rispetto della disciplina legislativa, procedere con l’approvazione delle aliquote Imu per il corrente anno, confermando i valori del 2020, così da non gravare sui cittadini già estremamente provati da oltre un anno di pandemia”.
Confermata l’aliquota base Imu per le abitazioni principali classificate nelle categorie catastali A-1, A-8 e A-9 e relative pertinenze, che è pari allo 0,6 per cento; per i fabbricati rurali ad uso strumentale e per quelli costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, l’aliquota è pari allo 0,1 per centro.
Per gli immobili ad uso produttivo classificati D e le abitazioni locate con contratto di tipo concordato l’aliquota è 1,06 per cento. In quest’ultimo caso, i soggetti interessati dovranno presentare entro il prossimo 31 dicembre apposita comunicazione, in base alle indicazioni fornite dall’Amministrazione, sia per i contratti stipulati dal primo gennaio 2021, sia per quelli oggetto di proroga nel corso dell’anno corrente o comunque interessati anche dalla presente annualità. Nei casi di omessa o tardiva presentazione verrà applicata una sanzione amministrativa di 51 euro.
Gli immobili, invece, che non rientrano nelle suddette categorie, incluse le aree fabbricabili, hanno l’aliquota pari al 1,12 per cento. Confermata, inoltre, la detrazione di 200 euro da applicare, fino a concorrenza del suo ammontare, per l’abitazione principale (A-1, A-8 e A-9) e relative pertinenze, che interessa anche agli alloggi assegnati da istituti autonomi per le case popolari (Iacp) o dagli enti di edilizia residenziale pubblica .
Su questo argomento è intervenuto il gruppo consiliare del Partito democratico, il quale si è espresso tramite la voce del capogruppo, Alessandro Masi. “Che dire: l’addizionale comunale all’Irpef è di fatto allo 0,8% per tutti, ìsbriciolataì com’è in aliquote così simili (tutte concentrate tra lo 0,735 e l’ 0,8) da rappresentare più una finta progressività, solo a fini di propaganda, che un’effettiva ripartizione del carico tributario. Poteva invece essere maggiormente articolata, almeno tra lo 0,2 e lo 0,8, come fanno in tanti comuni. Per quanto riguarda la soglia di esenzione, si tenga conto poi che già chi ha un reddito imponibile fino a 8.174 euro non paga Irpef”.
Masi continua: “Quanto all’IMU, anche questa continua a viaggiare al massimo, dopo più di anno di pandemia sanitaria ed economica. Eppure, adesso gli effetti della crisi ed i nuovi bisogni sono più chiari rispetto ad un anno fa.
Ad esempio: per gli alloggi a canone concordato, anziché l’aliquota Imu dell’1,06, si poteva rivedere qualcosa al ribasso, per favorire l’affitto e le sue forme agevolate nei canoni e nei termini, tempi e scadenze; come per le seconde case, distinguendo tra l’immobile che viene dato in affitto e produce rendita, da quello che rimane in carico al patrimonio e che non è in condizioni da essere reso funzionale o per il quale non ci sono risorse per migliorarlo e metterlo subito a reddito”. Ed ancora: “C’era tutto il tempo per costruire una maggiore progressività rispetto alle situazioni imponibili, magari facendo al contempo anche un punto su quanti immobili si trovano al momento in classe F3,ovvero in corso di revisione catastale, dove l’Imu non si paga, oppure sfruttare i commi 335 e 336 della legge numero 311 del 2004 per classare meglio le abitazioni e rendersi conto se vi siano case di lusso tassabili e che invece sono in classi catastali “economiche”.
L’intervento del capogruppo Pd si conclude: “In questo modo, con il gettito derivante, si sarebbero potute costruire maggiori agevolazioni, anche solo temporanee. Magari in un ragionamento integrato con le altre leve tributarie, compresa la tassa di soggiorno per i beni strumentali nel settore alberghiero ed extralberghiero. Invece, si tiene tutto al massimo, così non si sbaglia: meno si tocca al ribasso e meglio è, qualora poi ci fosse bisogno di aumentare. Un percorso, questo, sicuramente più difficile e rischioso, perché necessita di partecipazione e confronto con i cittadini.
Al di là della nostra contrarietà d’ufficio come forza di opposizione, i cittadini si aspettano però qualcosa di più e di meglio dal bilancio comunale e dall’amministrazione dei tributi in questa città, soprattutto in questa fase”.
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