“Vogliamo spingere i nostri iscritti verso il rispetto della legge e scoraggiare comportamenti sbagliati come quelli di chi vuole fare il furbetto “. E’ questo uno dei motivi per il rettore dell’Università per Stranieri di Siena Pietro Cataldi della firma del protocollo di intesa con la Guardia di Finanza, per la verifica dei dati sul reddito familiare degli studenti.
Un’iniziativa, quella presentata stamani, nata per scoprire chi dichiara un Isee falso per ottenere prestazioni agevolate nei vari servizi che vengono offerti, soprattutto riduzioni nelle tasse universitarie da pagare.
“Gli studenti pagano una media di 1000 euro all’anno. C’è chi ha un patrimonio particolarmente basso e per questo fa parte della no tax aerea e c’è chi invece arriva a pagare un massimo di 1900 euro – spiega Pietro Cataldi -. Noi non vogliamo fare risparmiare chi vuole fregare l’ateneo e le altre matricole simulando un reddito più basso. Per questo abbiamo deciso di fare insieme alla Guardia di Finanza dei controlli a campione”.
Un’intesa che, come già spiegato dal rettore, ha tra i suoi obiettivi l’insegnamento ai ragazzi di una cultura di buona cittadinanza. Un accordo che nasce dalla collaborazione proficua tra due istituzioni statali dove vengono prima di tutto valorizzata l’onestà e il senso civico come sostenuto dal comandante provinciale della Guardia di Finanza senese, il colonnello Giuseppe Antonio Marra : “Questa sinergia ci ha portato ad un protocollo che garantirà maggiore legalità economica e finanziaria. Il problema di chi non dichiara è che spesso poi manifesta un comportamento incoerente: sostiene di essere povero ma si veste con abiti firmati ed ha una macchina costosa. Non verificheremo tante persone ma faremo controlli oculati per ottenere buoni risultati”.
Il campione sarà molto ristretto. Verranno analizzati i redditi di 7 dei 700 neoimmatricolati. Nonostante il numero basso, che comunque è necessario per una ricerca approfondita, gli effetti si potranno vedere sin da subito. Questa azione congiunta avrà la funzione di prevenire eventuali comportamenti scorretti nel futuro perchè chi verrà scoperto dovrà affrontare dure conseguenze: “La sanzione sarà prima di tutto legata alla reputazione, il colpevole sarà sempre visto come un furbetto agli occhi della società che lo circonda – prosegue il Colonnello Marra -. C’è poi anche un aspetto legale non indifferente poiché può sempre incombere l’articolo 316 ter del nostro Codice Penale”.
Marco Crimi
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