Coronavirus, in Toscana scoppia il caso bus: “Non bastano i mezzi per gli studenti”

A bordo dei mezzi di trasporto pubblico le nuove regole del Dpcm contro il Coronavirus dell’ 8 agosto rendono “non sostenibile la prevedibile domanda da parte degli studenti, se non sarà  modificato il modello organizzativo degli istituti scolastici, soprattutto in riferimento agli orari di afflusso alle scuole”. E’ quanto scritto nella lettera che Regione Toscana, Anci e Upi hanno scritto e inviato al Governo.

Il numero dei mezzi disponibili , avvertono gli enti locali, non è sufficiente a coprire la domanda se sarà mantenuto l’obbligo di utilizzare esclusivamente il 50/60% dei posti disponibili.”Per quanto sia oggi impossibile prevedere come le famiglie affronteranno il tema della mobilità nel contesto emergenziale – si conclude la lettera – è grande la preoccupazione di non riuscire a dare le risposte attese. In questo senso sarà importante che si adottino misure coerenti nelle eventuali deroghe di cui si legge sulla stampa in questi giorni. Sarebbe per noi difficile comprendere e spiegare ai cittadini per quale motivo si pensa a deroghe che consentano agli studenti di sedere per ore a meno di un metro quando sono in classe; e non si consenta, invece, sempre con l’uso della mascherina, di sedere alla stessa distanza su un bus o su un treno”.