Per la terza sezione penale della Corte di Cassazione “somministrare ai cavalli una sostanza di per sé non vietata, ma che incide sul loro benessere psicofisico per ottenere una prestazione, che altrimenti allo stato naturale non raggiungerebbero, è maltrattamento. E questo vale sia per le competizioni che per gli allenamenti”. È con queste parole che l’organo supremo della giurisdizione italiana ha rigettato il ricorso del fantino Luigi Bruschelli, detto “Trecciolino” e confermato quanto statuito dalla Corte d’Appello di Firenze che nel marzo del 2023 l’aveva condannato a sette mesi di carcere (pena sospesa) per maltrattamento di animali”.