Cosimo I de’ Medici, 450 anni dopo

L’occasione sono i 450 anni dalla morte di Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana. Proprio a lui è dedicata l’esposizione in corso a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze (aperta fino al 16 maggio, ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria), sicuramente uno dei momenti più importanti tra le numerose iniziative promosse in questo anno su tutto il territorio regionale, un evento che è il risultato della collaborazione tra istituzioni e importanti realtà culturali della Toscana: la Regione, il Museo de’ Medici, l’Archivio di Stato di Firenze, l’Archivio di Stato di Siena e il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure.

In primo luogo, la storia umana e politica di Cosimo I è stata ricostruita, in maniera originale, attraverso i costumi sontuosi realizzati dalle Manifatture Digitali Cinema di Prato, che hanno ricostruito in maniera assolutamente gli abiti della grande famiglia fiorentina, attraverso le documentazioni scritte e le immagini che ne hanno celebrato il potere e la ricchezza.

In secondo luogo, ci sono le fotografie aeree di un maestro dell’immagine come Massimo Sestini, un vero e proprio itinerario attraverso la Toscana per far vedere quanto l’azione di Cosimo I sia ancora fisicamente presente sul nostro territorio, attraverso palazzi, fortificazioni, opere urbanistiche e civili.

Infine, opportuna concessione alle nuove tecnologie, sarà possibile entrare virtualmente nello studiolo di Cosimo di Palazzo Vecchio.

“Il più grande statista di Casa Medici, qui presentato nella sua veste più istituzionale di autore della Toscana moderna in occasione dei 450 anni dalla sua morte – spiega il curatore della mostra Samuele Lastrucci, direttore del Museo di storia medicea ospitato nella Rotonda Brunelleschi – Le sezioni di questa esposizione intendono mettere in luce la dimensione più propriamente politica del personaggio, dalla costruzione del mito, operata da intellettuali del calibro di Giorgio Vasari e Egnazio Danti, al momento cruciale dell’incoronazione a Granduca”.

Roberto Guiggiani