Non ha cercato di placare gli animi l’assessore alla sanità del comune di Arezzo Lucia Tanti ma ha invece dato una risposta secca e decisa al sindaco Luigi de Mossi e al direttore generale delle Scotte Valtere Giovannini.“Mai dato valutazioni sulle offerte sanitarie altrui, non mi spettano né mi interessano chiedere scusa a Siena? Per me è una città amica, semmai le scuse e i ringraziamenti vanno agli aretini per le difficoltà vissute a causa dello stravolgimento del San Donato”
Tanti resta ferma nella sua posizione e nella sua polemica accusa anche la Regione Toscana e la sua strategia di politica sanitaria:“ mi tengo la totale libertà di dire quello che vedo e quello che penso in una storia che almeno da dopo l’istituzione della mostruosa Aslona, vede Arezzo mortificata e mai valorizzata quanto avrebbe meritato -questa l’accusa dell’assessore -, tendenza che proprio in questo ultimo anno e mezzo stiamo tentando di invertire anche grazie al direttore generale Antonio D’Urso”.
Ritornando sullo scontro su Siena Lucia Tanti spiega che “ avere individuato il San Donato come ospedale Covid ha determinato per la sanità aretina una serie di necessari aggiustamenti che hanno stressato fortemente il sistema” , osserva l’assessore alla sanità aretino che poi chiarisce “non ho fatto alcuna valutazione funzionale, né sono entrata nel merito della risposta data da Siena all’emergenza sanitaria. Esiste invece una valutazione gestionale della sanità toscana che ci dice che gli ospedali Covid sono Arezzo e Grosseto”.
Ma Tanti non si ferma qui e ricorda inoltre che “c’è una evidente differenza tra trattare pazienti Covid e dotarsi di posti letto necessari alle esigenze della zona di riferimento, ed essere presidi sanitari definiti ospedali Covid – prosegue- : nel primo caso si fanno interventi all’interno di una organizzazione senz’altro rimodulata ma sostanzialmente rimasta invariata nei servizi, mentre essere ospedali Covid ha determinato una rivoluzione proprio di quei servizi, che hanno obbligato i cittadini a fare fronte ad un cambiamento sostanziale nel loro rapporto con il servizio sanitario”.
Da qui segue la stoccata al direttore generale dell’Azienda ospedaliera senese: “Singolare che questa basilare differenza sfugga a Valtere Giovannini, autorevole voce della sanità in Toscana”, Dice Tanti che poi ribadisce nuovamente quale è stata la riorganizzazione del San Donato da quando è stato scelto come uno dei due ospedali Covid della Asl sud-est: “l’attività di chirurgia generale e specialistica, programmata e in urgenza, spostata al Centro Chirurgico Toscano; la traumatologia minore, ortopedia oncologica dirottate alla Clinica San Giuseppe Hospital “.
“L’attività oncologica, ematologia, dal San Donato trasferite alla palazzina Calcit; l’Hospice e il servizio Scudo – cioè assistenza oncologica – presso Pescaiola nella struttura di Koinè; la traumatologia ortopedica maggiore, radioterapia, entrambe fuori Arezzo e dirottate all’ospedale La Gruccia di Montevarchi; l’endoscopia e dermatologia anche esse fuori Arezzo presso l’ospedale Valtiberina di Sansepolcro e le urgenze oculistiche da Arezzo all’Ospedale La Fratta di Cortona e Ospedale Valtiberina di Sansepolcro. Servizi spostati e ora sparsi anche fuori città nella logica di una scelta che rispettiamo, ma che ha “stravolto” il nostro ospedale – conclude l’assessore – “.