I test fatti sul sangue dai privati? “Nel giro di una settimana saranno disponibili anche a Siena” . Questo l’annuncio di Emanuele Montomoli epidemiologo, fondatore di Vismederi nel suo consueto punto della situazione sull’emergenza covid-19 con Siena News.”Alcuni laboratori si sono già attrezzati, altri lo stanno facendo ed in massimo sette giorni i test potranno essere fatti anche privatamente”.Montomoli ha affidato l’inizio del suo contributo settimanale ad una riflessione sulla fase due e sul lockdown: chiarendo che la cosiddetta convivenza “viene decretata dall’Oms nel momento in cui il virus circola in maniera endemica ed epidemica nella popolazione “, il docente dell’università di Siena ha detto che la clausura degli ultimi giorni “è stato messa in atto per garantire alle strutture sanitarie in grado di assistere i malati”.
Così in Toscana non c’è stato un picco insostenibile e gli ospedali hanno resistito ma adesso va capito che “il virus ci sarà sempre e che magari avremo dei piccoli picchi di ritorno a inizio giugno“, afferma Montomoli per cui ora “bisogna riaprire vedendo cosa succede. Non sono comunque da escludere, in caso di picchi di ritorno, nuove misure di restrizione”. Montomoli ha successivamente analizzato la situazione del contagio in Toscana e a Siena . Secondo la Regione i casi complessivi di positività nel territorio sono vicini a raggiungere quota 8mila – 384 il dato della nostra provincia-.”Basta poco per avere i numeri alti di contagi, basta che un soggetto positivo raggiunga un’area popolata – spiega Montomoli-. Nella Versilia (area duramente colpita ndr) c’è stato più diffondersi perchè tante persone si sono trasferite nelle seconde case dalla Lombardia. Siena è più protetta e si è preservata”.
Il discorso si è dopo spostato sui test sierologici in Toscana .“Servono a dosare gli anticorpi che reagiscono all’infezione virale. Si capisce così chi ha avuto contatto con il virus nei mesi passati e chi in teoria è protetto”, questa l’opinione dell’epidemiologo che però sostiene anche che i test a saponetta non hanno un grado di affidabilità come le analisi del sangue. Sui test che sta facendo con l’università Montomoli fa sapere di aver trovato una percentuale dell’1,8 % di persone che sono risultate positive nell’area senese della Toscana del sud .”Il nostro test però richiede degli investimenti enormi a livello nazionale – prosegue-. A Siena però la bassa percentuale è stata confermata anche dai tamponi. Da noi in pochi hanno visto il contagio”.
Spazio poi all’argomento dei vaccini . Il problema non si tratta, per Montomoli, di quando avremo il primo vaccino ma come ricorda” dovremo capire quando lo avremo in Italia: la questione è importante perché da noi non ci sono aziende in grado di fare vaccini virali”. Il Ceo di VisMederi ha nuovamente confermato che ci sono vaccini” in fase di studio due ma prima saranno rifornite le nazioni che lo producono poi anche gli altri stati”. Ma in Italia andrebbero risolte anche altre cose perché “purtroppo la cultura dei vaccini è stata persa”. Quindi, Montomoli si è detto favorevole ad un obbligo di vaccinazione “bisogna che la sanità pubblica faccia in modo di evitare rischi di salute pubblica”.
L’epilogo sul quadro della situazione è stato fatto sulla possibilità di andare al mare e sulle mascherine “Se si riapre dopo il lockdown magari avremo qualche ombrellone un po’ più distante dagli. Staremo un po’ più comodi e meno fitti( dice scherzando ndr.). Con i picchi di ritorno è comunque possibile vedere spiagge deserte” . Poi una buona notizia ” il mare ha forti caratteristiche disinfettanti che abbasseranno le cariche virali. Certo non bisogna pensare che stando in acqua si cura il covid, la trasmissione può essere sfavorita ma non eliminata”. Sulle mascherine invece c’è “un’incongruità tra scelte scientifiche e politiche- conclude Montomoli-: Se mi metto una mascherina chirurgica non ho nulla di filtrato ma mentre parlo, se sono infetto, evito di contagiare gli altri perché blocca la saliva ma non tutela chi la porta”
Katiuscia Vaselli
Marco Crimi
Di seguito l’intervista completa