Siena

Covid-19, Montomoli avverte: “Riapertura senza controllo? Pericolo picco di ritorno”

“Vedremo meno casi dall’inizio della prossima settimana. Se però riapriamo gli esercizi commerciali senza raggiungere l’immunità di gregge riavremo un picco di ritorno. La strategia di contenimento deve andare aventi per molto tempo sennò darà un decremento nell’immediato ma non sarà una strategia di lungo termine”. L’avvertimento  lo ha dato il docente di Vaccinologia all’università di Siena e fondatore di VisMederi Emanuele Montomoli questa mattina nell’ormai consueta diretta di Siena News per approfondire il tema dell’emergenza covid19.

“In  quelle che sono state le prime zone rosse d’Italia, nel lodigiano adesso ci sono meno casi di contagio per le misure restrittive o perchè il 70% dei cittadini di Codogno è stato infettato – continua-? Noi vediamo solo la punta dell’iceberg, facciamo tamponi a soggetti che hanno sintomi e sono stati a contatto stretto. E’chiaro che ci sono tanti altri casi di infezione nella popolazione e il decremento è dovuto al raggiungimento dell’immunità di gregge“.

Se è possibile, secondo Montomoli, che  i sacrifici che gli italiani stanno facendo in questi giorni non siano sufficienti per contrastare il Coronavirus, per il professore c’è invece la sicurezza che nel breve periodo non ci libereremo da questa infezione.”Con le nostre misure di restrizione allungheremo il tempo di circolazione del virus – afferma-, non voglio essere catastrofista ma è necessario che almeno una percentuale rilevate,almeno intorno al 60% della popolazione si immunizzi nei confronti dell’agente patogeno, per far si che circoli normalmente”.

Montomoli ha poi detto la sua sulla scelta britannica di puntare sull’immunità di gregge. “Per contrastare un’epidemia bisogna  fare si che la popolazione sia il meno suscettibile possibile al virus – commenta Montomoli-. Questo si può fare in due modi: il primo è quello di immunizzare i cittadini attraverso il vaccino che però al momento non esiste, il secondo è di renderli immuni facendo prendere a molti individui questo microrganismo“.

La scelta del premier britannico Boris Johnson però, secondo il docente dell’ateneo di Siena, è dettata anche dalle buone condizioni sanitarie del paese di Sua Maestà. “Se noi avessimo lasciato il virus progredire il covid19 senza nessuna forma di contenimento a quest’ora i nostri servizi sanitari sarebbero collassati– specifica Montomoli-.Probabilmente la strategia di Boris Johnson è stata quella di fare progredire il contagio sapendo che gli ospedali britannici sono  comunque in grado di affrontare picchi elevati“.

“Con le nostre misure di restrizione allungheremo il tempo di circolazione del virus, non voglio essere catastrofista ma è necessario che almeno una percentuale rilevate – almeno intorno al 60% della popolazione si immunizzi nei confronti dell’agente patogeno per far si che circoli normalmente”.

Katiuscia Vaselli

Marco Crimi

Di seguito l’intervista completa

 

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