Sono tutti i negativi i 70 professionisti dell’azienda ospedaliero-universitaria senese entrati in contatto con un’infermiera risultata positiva al Covid-19. Non appena venuti a conoscenza della positività della collega, i professionisti erano stati messi sotto sorveglianza attiva domiciliare. Alla fine dei 14 giorni, all’interno dei quali nessuno di loro ha mai manifestato sintomi riconducibili al virus, è stato effettuato il doppio tampone, come da protocollo ospedaliero, dando esito negativo. ù
“Eventi di questo tipo non sono purtroppo prevedibili – spiega Valtere Giovannini, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese -. Quello che possiamo fare è prevenire, facendo in modo che i contatti non si trasformino in vettori del virus all’interno di popolazioni ristrette come quella di un ambiente ospedaliero, contraendo così al minimo il rischio di esposizione e quindi la possibilità che il virus incontri un altro ospite suscettibile. In questo caso – prosegue Giovannini -, siamo riusciti a farlo con successo evitando il generarsi di casi secondari, nonostante il ruolo, noto a tutti, che il soggetto infetto sintomatico ha nelle dinamiche di diffusione del virus e i momenti talora inevitabili di contatto tra operatori insiti nell’attività di assistenza sanitaria”. Ancora Giovannini continua: “Questi comportamenti – aggiunge Giovannini – traslati nella vita sociale, di tutti i giorni, possono contribuire in modo significativo ad ottenere lo stesso successo laddove si presentasse l’evenienza di un possibile “incontro”, anche inconsapevole, con il virus SARS-CoV-2, ma anche con altri virus respiratori propri della stagione invernale a cui andiamo incontro. È necessario – conclude Giovannini – ridurre al minimo il rischio di esposizione e quindi la possibilità di trasmissione attraverso le barriere che siamo in grado di alzare se ci atteniamo tutti al corretto e rigoroso uso della mascherina e al distanziamento sociale, anche in considerazione della imminente ripresa delle attività scolastiche”.