Oggi, lunedì 15 giugno, è il giorno della app Immuni. Dopo il test fatto dal 1mo all’8 giugno in quattro regioni – Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia- da stamattina l’applicazione funzionerà in tutta Italia e ad ora sono 2 milioni e mezzo i cittadini che l’hanno scaricata gratuitamente da Google Play e sull’Apple Store.”Dotarsi da adesso dell’app permetterà di risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio – spiega il Ministero della Salute”.
Alle persone che, dopo l’esame, risultano essere positive al coronavirus verrà chiesto se hanno già scaricato Immuni e se vogliono fornire il codice di sblocco della stessa app. L’operatore in questo modo potrà inviare una notifica a chi, nelle due settimane precedenti, è entrato a contatto con il nuovo contagiato per un periodo di almeno un quarto d’ora, “ciò consentirà loro di rivolgersi tempestivamente al medico di medicina generale per ricevere le indicazioni sui passi da compiere – afferma il Ministero in una nota”.
Il programma, sviluppato dall’azienda milanese Bending Spoon,non permette di sapere di chi la usa.”Nell’intero sistema dell’app non sono presenti né saranno registrati nominativi e altri elementi che possano ricondurre all’identità della persona positiva o di chi abbia avuto contatti con lei, bensì codici alfanumerici. L’impiego dell’applicazione, volontario, ha lo scopo di aumentare la sicurezza nella fase di ripresa delle attività – chiarisce il Ministero dell Salute”.
Inoltre come si legge nella Faq di Immuni il sistema “è basato sulla tecnologia Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione di alcun genere, inclusi quelli del GPS. L’app non raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell’utente, quali nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. Immuni riesce quindi a determinare che un contatto fra due utenti è avvenuto, ma non chi siano effettivamente i due utenti o dove si siano incontrati”.
E’molto importante che il maggior numero di persone scarichi il programma perchè “maggiore è la diffusione di Immuni, più sono i potenziali contagiati che l’app riesce ad avvertire e che possono quindi isolarsi, aiutando a contenere l’epidemia e ad accelerare il ritorno alla normalità”, si legge ancora nella Faq. “Tuttavia, anche se la diffusione di Immuni fosse limitata, l’app potrà comunque contribuire a rallentare l’epidemia, specialmente in combinazione alle altre misure implementate dal governo”.
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