L’impatto dell’epidemia Covid-19 sulle attività lavorative si fa sentire in tutta la sua crudezza: la paura di perdere la casa, di non riuscire a pagare l’affitto, diventa un fantasma spaventoso per tante famiglie che si trovano a dover affrontare una crisi dal futuro incerto. Gli sfratti sono stati bloccati ma la situazione resta preoccupante.
Lo fa sapere Sunia, associazioni di rappresentanza degli affittuari che comunica inoltre l’arrivo di tante richieste da parte di persone che manifestano la loro difficoltà a pagare il canone di locazione, preoccupate di non riuscire nei prossimi mesi a fronteggiare il problema economico e di ritrovarsi in una situazione di morosità.
“Le richieste d’aiuto – dice Tiziana Tarquini, Commissaria straordinaria del Sunia di Siena – sono soprattutto da parte delle tante famiglie che lavoravano per i servizi e le attività commerciali legati al turismo nelle città d’arte e che adesso si vedano un periodo di grandissima difficoltà. La domanda è la solita: come faremo a pagare l’affitto?”.
“E’ necessario ricontrattare gli affitti, – spiega Tarquini – prevedendo una revisione del canone di locazione per un breve periodo, con l’accordo delle parti in causa. Un sistema valido per evitare le morosità una soluzione che vuole calmierare temporaneamente gli affitti. Un meccanismo senza costi aggiuntivi per le parti, che i sindacati sono in grado di compiere velocemente”.
“Un altro strumento importante e fondamentale – prosegue la Commissaria – sarebbe un intervento straordinario dello Stato e della Regione per stanziare un fondo affitti/coronavirus. Un contributo d’emergenza che il Governo centrale potrebbe prevedere per intervenire immediatamente nelle situazioni di difficoltà economica. Ma chiediamo anche che la Regione Toscana intervenga in tal senso, creando un istituto che eroghi contributi in aiuto all’affitto, per poter intervenire immediatamente ed evitare le morosità”.
“Infine chiediamo a tutti i Comuni di affrontare la questione del contributo affitti e di confrontarsi col sindacato almeno per aumentare il fondo affitti” – conclude Tarquini.