Urge vaccinare i dipendenti di negozi e dei supermercati che sono a contatto con i clienti. E ‘quanto ha chiesto stamani, giovedì 25 febbraio, in una conferenza stampa il presidente della Confcommercio di Siena Stefano Bernardini.
“Serve diminuire il rischio nei supermercati, che sono rimasti aperti nonostante i lockdown, e nelle piccole attività – fa notare Bernardini che aggiunge -. Non sono un politico e nemmeno un tecnico, ma se in un negozio si scopre la positività di un dipendente l’esercizio chiude. Bisogna scegliere di cambiare qualcosa nel piano vaccinale. Perché si vaccinano gli avvocati e il personale amministrativo e chi lavora in un centro commerciale no?”
Bernardini è intervenuto in occasione di un incontro dove Confcommercio Siena e Confesercenti Siena hanno presentato la mobilitazione degli imprenditori del comparto terziario che è organizzata per lunedì 1 marzo in piazza Duomo di fronte alla Prefettura. Oltre a Bernardini, a spiegare i motivi della protesta, erano presenti i restanti vertici delle due associazioni di categoria: Daniele Pracchia, direttore generale di Confcommercio Siena; Leonardo Nannizzi e Walter Fucecchi, rispettivamente presidente e direttore generale di Confesercenti Siena.
Nanizzi ha elencato i numeri che mostrano la crisi del settore: “In Italia – afferma- abbiamo assistito alla perdita di oltre 100 miliardi di euro di consumi e 200mila lavoratori autonomi tra imprenditori, collaboratori e liberi professionisti”. La manifestazione “vuole ricordare che sicurezza nella salute e nel lavoro possono coesistere. Un’azienda che chiude significa una crisi per un’intera filiera”.
Per Daniele Pracchia, ad un anno dall’inizio dal lockdown, “l’Italia è rimasta ferma sia da un punto di vista sanitario che lavorativo. Per risolvere i problemi si sono prese decisioni sbagliate -puntualizza-: la soluzione non era chiudere i negozi così come la colpa del contagio non è appartenuta al commercio e al turismo”.
Quello che insomma chiedono Confcommercio e Confesercenti Siena al nuovo Governo è un cambio di passo. “Le imprese vogliono lavorare, non vivere di sussidi e sono pronte ad assumersi la responsabilità di farlo in piena sicurezza”, così le due associazioni in una nota. “Siamo convinti che si possa, e si debba, imparare a conciliare la sicurezza antiCovid con il lavoro”.
Dopo la mobilitazione del prossimo lunedì sarà consegnato al prefetto di Siena Maria Forte un documento unitario con alcune richieste: ristori immediati parametrati sulla perdita di fatturato; riapertura immediata in sicurezza di tutte le attività chiuse; moratoria fiscale per l’anno 2021; proroga della cassa integrazione al 31/12; rimodulazione delle locazioni commerciali e blocco degli sfratti; tagli del cuneo fiscale che grava sulle imprese; creazione di un piano di ripartenza per il Terziario; vaccinazione immediata di tutti gli imprenditori del terziario; pagamento immediato di tutti i bonus, ristori e indennizzi sospesi; passaporto sanitario europeo per spostamenti Ue
MC
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