C’è anche Siena tre le 17 province italiane che registrano un aumento di casi di covid, nella settimana tra mercoledì 10 febbraio e martedì 16 febbraio, e che sono state prese in esame nel consueto monitoraggio della Fondazione Gimbe sull’evoluzione della pandemia da coronavirus.
A Siena l’aumento del contagio nel periodo preso in analisi è stato del 6% . “Guardando ai dati regionali si rilevano segnali di incremento, favoriti dalla circolazione delle nuove varianti”, è il commento di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe che aggiunge “In attesa dei risultati della nuova indagine dell’Iss che sarà condotta anche sulle varianti brasiliana e sudafricana invitiamo le Istituzioni a rendere pubblici i dati di prevalenza per le singole Regione”. Nel nostro territorio provinciale per ora sono stati scoperti casi di varianti inglese e brasiliana. “In un momento in cui la campagna vaccinale progredisce a rilento, la maggiore trasmissibilità delle varianti richiede infatti sia di attuare restrizioni tempestive ove necessario, sia di potenziare l’attività di sequenziamento”, commentano dalla Fondazione.
Due sono le strade che, secondo Cartabellotta, il governo Draghi può scegliere: c’è quella “di mitigazione con il solo obiettivo di contenere il sovraccarico degli ospedali” ma “bisogna accettare lo sfiancante stop&go degli ultimi mesi almeno per tutto il 2021”; c’è pure la possibilità di “abbattere la curva dei contagi con un lockdown rigoroso(la strategia tedesca Zero Covid) di 2-3 settimane al fine di riprendere il tracciamento, allentare la pressione sul sistema sanitario, accelerare le vaccinazioni e contenere l’emergenza varianti”, spiega.
“Nel suo discorso al Senato – dice Cartabellotta – il Presidente Draghi ha indicato nella lotta alla pandemia l’obiettivo prioritario del suo Governo, da attuarsi attraverso il potenziamento di forniture e somministrazioni del vaccino”.
Una strategia giudicata insufficient, “considerato che l’attuale sistema delle Regioni a colori, oltre ad esasperare i cittadini e a danneggiare le attività economiche con decisioni last minute, non è riuscito a piegare la curva dei contagi e mantiene ospedali e terapie intensive al limite della saturazione, con la minaccia delle varianti che da un giorno all’altro potrebbero mandare in tilt i servizi sanitari- conclude Cartabellotta-.. Ma forse la politica, oltre a temere le conseguenze sociali ed economiche di un nuovo lockdown, dubita che il Paese sia davvero pronto a perseguire la strategia Zero Covid”