“Siamo arrivati a quell’endemia che auspicavamo all’inizio della tragedia pandemica che abbiamo vissuto”. Così Emanuele Montomoli, fondatore e responsabile scientifico di Vismederi e professore di Igiene e medicina preventiva all’Università degli Studi di Siena. “L’allentamento delle misure – aggiunge – è una cosa obbligatoria ma anche corretta. In questo momento dobbiamo tornare a fare una vita normale. In due anni di pandemia siamo arrivati a vivere col covid: l’abbiamo sempre detto che oltre ai vaccini ci avrebbe salvato proprio l’imparare a conviverci. Il virus circola ancora dando casi molto meno gravi, il che ci porterà, tra le tante aperture, a poter correre anche i due palii estivi”.
“Stanno risalendo i contagi – spiega il professore – ma sono tutti casi asintomatici o con una sintomatologia molto lieve. Tutto ciò è dovuto proprio al fatto che la stragrande maggioranza della popolazione è plurivaccinata. Inoltre, il gran numero di varianti rende il virus instabile, quindi si contagiano anche persone che hanno già avuto il covid. Vediamo tanti soggetti che hanno avuto due volte, ma anche tre, questa malattia da inizio pandemia”. “Con l’andare della bella stagione e dell’estate le persone stanno all’aperto ed i numeri calano – prosegue Montomoli – mentre in autunno qualche aumento ce lo dovremo aspettare. Il tutto non perché il virus preferisca il freddo piuttosto che il caldo, quanto perché le persone riinizieranno a mangiare al chiuso in gruppi numerosi”.
Il fondatore di Vismederi coglie l’occasione per parlare anche di vaccini: “L’ultimo arrivato, Novavax, doveva convincere anche i No vax. Io ho sempre pensato che i reticenti alla vaccinazione non volevano il vaccino a Rna e che i vaccini proteici avrebbero convinto qualcuno in più. Il problema è stato che quando sono arrivati questi ultimi avevamo già una copertura del 90% ed il margine di miglioramento era davvero basso”. “Tuttavia, – spiega ancora Montomoli – qualcuno si è vaccinato ed in questo momento, in queste condizioni, è un buon risultato prendere anche solo un 1% di popolazione. Dobbiamo considerare che i pochissimi radicali della non vaccinazione sono difficilmente convincibili”.
“In futuro – conclude – ci aspettiamo i vaccini di seconda generazione, a cui seguiranno quelli di terza e poi ancora di quarta. Avremo vaccini a Rna, proteici o adenovirali, ma ingegnerizzati non più con il Sars coronavirus-2 di Wuhan, che ormai non circola più da quasi due anni, ma ingegnerizzati con le nuove varianti. Questi sono i vaccini che ci serviranno per la vaccinazione annuale”.
Emanuele Giorgi