Criminologia e violenza di genere. Anna Coluccia: “La cultura ci può salvare”

Violenza di genere e il ruolo del criminologo sono stati i temi fondanti del convegno organizzato oggi dalla società italiana di criminologia, in cui vi hanno partecipato oltre 300 persone provenienti da tutta Italia.
Un’occasione per trarre un bilancio sull’alto numero di violenze di genere, che stanno colpendo fortemente il mondo negli ultimi anni, anche a causa dei tanti conflitti che si sono creati nel tempo.

“La violenza di genere è un problema che è sempre esistito – commenta la professoressa Anna Coluccia -. È abbastanza logico, che rispetto a vent’anni fa, il numero di violenze registrato è maggiore, anche perché con l’avvento di internet e della tecnologia, sono più facili da individuare. Il vero problema è riuscire a prevenire questi problemi, cercare di evitare i conflitti, che portano violenze e stupri su donne e bambini. La cultura è la nostra unica salvezza: la cultura al vivere, al sapere e alla voglia di conoscere”.

Un altro tema, che da tempo fa discutere l’Italia ed il mondo, è quello del ruolo del criminologo: un’attività, che troppo spesso sembrerebbe essere fraintesa e poco conosciuta dalla maggior parte delle persone.

“Purtroppo, si tende a pensare al criminologo come ad un detective – spiega il professore Alfredo Verde -. Negli anni, c’è stata una comunicazione errata di quella che è la nostra attività, perché il criminologo non è colui che svolge un’indagine alla ricerca del colpevole: quello è il compito della polizia. Il nostro scopo è quello di riuscire a trovare il motivo, che muove una persona a compiere un crimine. Questo è il messaggio che vogliamo far passare al convegno di oggi”.

Pietro Federici