L’obiettivo dichiarato è quello di alzare il livello di consapevolezza dei giovani, ma anche degli adulti, quando si parla del mondo di internet sempre più a rischio di cyberbullismo. Sarà un percorso molto lungo, della durata di un anno, che vedrà coinvolto in primis il mondo contradaiolo.
Questa mattina l’università di Siena e il Magistrato delle Contrade hanno firmato il protocollo che darà il via al progetto Cyberbullismo e altre distorsioni dei media digitali: la cultura del non rispetto.
Protagonisti saranno i ragazzi dei 17 rioni a cui verrà fatto conoscere, con seminari e laboratori, questa realtà negativa che viaggia nel web.
“Questa collaborazione è molto importante. – spiega Pierluigi Millozzi, rettore del Magistrato – La comunicazione si sta evolvendo e le 17 consorelle hanno sempre saputo adattarsi al cambiamento. Non dobbiamo però scordarci gli aspetti negativi di queste nuove tecnologie. E’ solo conoscendo il fenomeno che possiamo affrontarlo”.
Ci saranno conferenze che coinvolgeranno i contradaioli e cittadini di tutte le età, dai ragazzi delle scuole fino agli adulti, verranno fatte indagini attraverso distribuzione e analisi di questionari, verrà fatta una campagna di sensibilizzazione con esperti che si occupano di questi temi da diversi punti di vista: dai giuristi agli studiosi dei nuovi media. Questo è solamente un piccolo assaggio del menù che propone questa iniziativa.
La firma odierna è risultato di un lungo percorso che per il Magistrato è partito 6 anni fa, con la nascita del progetto Salute in contrada: “Nel 2013 gli incontri erano su temi a carattere sanitario e partecipavano solamente 6-7 contrade. Ora siamo arrivati a 14 – questo l’incipit del ragionamento di Stefano Marini, referente dell’Organo per le commissioni solidarietà e mutuo soccorso – . Purtroppo certi argomenti non vengono più affrontati in una società di contrada davanti ad un bicchiere di vino. Per questo abbiamo deciso di lavorare con il dipartimento di Scienze Sociali per far capire quale sia un uso corretto dei social network”.
Un percorso di lavoro congiunto che prevede tanti eventi e che si concluderà nella primavera del 2020. Durante la “Notte dei Ricercatori – Bright” ci sarà anche un concerto per dire no al cyberbullismo e ad ogni altra forma di non rispetto.
“Ci siamo concentrati da molto tempo su fenomeni di bullismo digitale come l’hate speech – ha spiegato Maurizio Boldrini, coordinatore del gruppo di lavoro del dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive- Siamo andati nelle contrade per parlare e confrontarci. Vogliamo fare acquisire consapevolezza ai millennials nell’uso dei social con il contributo dei docenti, con l’utilizzo di laboratori e organizzando eventi culturali. Non bisogna demonizzare le nuove tecnologie ma non bisogna essere nemmeno degli apologeti”.
“Un’opportunità straordinaria per implementare il ruolo di terza missione dell’università che si lega ancora di più al tessuto del territorio fornendo le proprie competenze. – ha detto il rettore dell’ Ateneo Francesco Frati – Questa è una tematica importante, l’utilizzo sbagliato dei media può essere pericoloso e questa iniziativa è un’occasione per dare un contributo alla crescita della comunità”.
Marco Crimi
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