Goffi e piattamente descrittivi, quelli delle origini, i documentari hanno sempre cercato di far capire che cosa sia il Palio. Poi arrivò Luciano Emmer e rivoluzionò il linguaggio, facendo spiegare il Palio ai senesi stessi. Era il 1963. E, meno di dieci anni dopo, arrivò Folco Quilici e storia del Palio, storia di Siena e storia della banca senese si fusero in un capolavoro di narrazione e di immagini di alto livello. E infine Alessandro Falassi e Diego Carpitella tennero per mano il documentario di taglio antropologico. Nel frattempo e dopo,con la descrizione della nostra festa si cimentarono italiani e stranieri. Soprattutto destinando i loro prodotti alle televisioni. Perché la domanda di base non ha mai trovato, di fatto, una risposta conclusiva: Palio, come è possibile che esista una cosa del genere?
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