Riceviamo e pubblichiamo la lettera degli ex allievi del professor Balestracci, che hanno voluto organizzare per festeggiare il pensionamento del docente senese, una serata all’Orto de’ Pecci.
“Ci sono persone che anche a distanza di anni continui a ricordare. Persone che volente o nolente segnano la tua vita nel profondo. Persone che avrebbero dovuto semplicemente accompagnarti alla laurea e che invece, sorprendentemente, diventano parte di te.
A tutti noi che siamo stati allievi di Duccio Balestracci è successa la medesima cosa. Accumunati da un magistero più profondo che ci ha guidato anche fuori dalle aule dell’università. Alcuni di noi hanno seguito il suo corso di storia medievale attratti da quel cognome così particolare, altri perché ne avevano già sentito parlare come di un docente brillante, altri infine sono entrati in quella classe con lo spirito di rassegnazione indotto da un implacabile piano di studi. Eppure per tutti noi quel corso di storia medievale ha rappresentato un punto fermo della nostra vita. Istrionico, affascinante, ironico e sempre arguto, ha saputo conquistarci tutti, dal primo all’ultimo. Perché oltre ad una cultura vastissima e ad una straordinaria conoscenza della storia medievale, Duccio riusciva sempre a stupirci con un linguaggio a metà tra l’accademico e il teatrale. Un autentico ‘animale da palcoscenico’ capace di tramutarci tutti in incantati spettatori.
Frequentando il suo studio (un museo non autorizzato della Robur, della Mens Sana ma, soprattutto, della Nobile Contrada del Nicchio) ci siamo fatti contagiare dalle sue passioni, al punto che la maggior parte di noi lo ha gratificato colorando di azzurro le copertine delle proprie tesi (decine e decine di tomi da lui meticolosamente e gelosamente conservati, anno dopo anno, a ricordo di tutti i suoi allievi, nessuno escluso). Così dall’esame, inesorabilmente, siamo passati alla laurea ed il docente si è trasformato in un maestro di vita. Duccio ci ha catturati con la sua sorprendente umanità, modestia e generosità. Chi di noi non ha mai sentito ripetergli: “faccio solo il mio lavoro. Mi pagano per farlo”? Che bugiardo! Per tutti noi lui ha sempre fatto più del dovuto. Ecco perché, uno dopo l’altro abbiamo finito per aprirci, gli abbiamo rivelato i nostri pensieri, le nostre angosce, le nostre speranze ed il nostro maestro è diventato anche il nostro confidente, il nostro mentore, il nostro caro amico.
Così, quando sabato sera una festa a sorpresa in onore del suo pensionamento ci ha offerto l’occasione per ricambiare, almeno in parte, tutto quello che lui ci ha dato, siamo accorsi in massa all’Orto de’ Pecci; decine e decine di allievi di ogni età e di varie parti di Italia (e pure da Parigi). Tutti uniti al cospetto del nostro ‘padre accademico’ per dimostragli quanto è stato importante e quanto noi siamo orgogliosi di poterci definire suoi allievi.
Grazie Duccio, ti vogliamo bene!”
I tuoi allievi