Saranno in cinque e nei due giorni del Mercato nel Campo saranno presenti nella Conchiglia mentre portano con loro gli antichi carretti da netturbini: sono i detenuti di Santo Spirito che partecipano ad un progetto sostenuto da Comune, dalla stessa casa circondariale e dai Sei Toscana.
Solidarietà e recupero sociale sono le parole chiave di un’iniziativa che si basa su un protocollo, siglato da amministrazione e Ministero della giustizia, che è stato approvato dalla giunto tre anni fa. L’intesa prevede lo svolgimento di attività lavorative extramurarie ed era già partita nel 2019 (anche se si è dovuta fermare con la pandemia, ndr.).
Nei giorni del 3 e del 4 dicembre i detenuti puliranno alcune delle zone del Mercato, insieme agli operatori di Sei Toscana. Sarà palazzo pubblico a fornire loro il kit dei dispositivi di protezione personale indispensabili per le mansioni da svolgere nei due giorni. Inoltre, per i partecipanti all’iniziativa, sono state previste lezioni di formazione in preparazione dell’evento. “Ruolo fondamentale in questa iniziativa è stato quello dell’educatore Maria Iosè Massafra per coniugare sicurezza e trattamento. Il progetto è stato possibile grazie all’attività specifica del Magistrato di Sorveglianza Maria Pia Savino che ha concesso tutti i permessi”, ricordano dal Comune.
“Queste persone daranno una mano per un’importante iniziativa natalizia. E questa formazione sarà spendibile in un altro momento della loro vita”, queste le parole del sindaco De Mossi durante la conferenza che ha presentato il progetto. Sei Toscana “detto subito sì alla proposta del Comune”, ha affermato Gianluca Paglia, dg del Gestore unico dei rifiuti. Il progetto, ha sottolineato, “contiene valori di inclusione che si coniugano in modo naturale con la nostra responsabilità sociale d’impresa”.
“Intendiamo mandare un messaggio di speranza ed il Comune è la parte attiva per uno strumento fondamentale di rieducazione, recupero e reinserimento sociale per i detenuti”, così invece l’assessore all’ambiente Silvia Buzzichelli
“Il lavoro all’interno e all’esterno degli istituti – ha spiegato il comandante della casa carcere Marco Santoro – è uno strumento fondamentale di rieducazione, recupero e reinserimento sociale dei soggetti in espiazione di pena definitiva.”
Marco Crimi
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