Dieci misure cautelari, ventisei indagati, ventitré perquisizioni, sette chili di cocaina sequestrati. E un giro di spaccio, scoperto e stroncato dai carabinieri, che andava dalla Lombardia fino alla Campania e che aveva in Valdichiana la base operativa.
I militari hanno chiamato tra loro l’operazione ‘Edicola’ perché era un’edicola il punto di riferimento, sia per gli uomini dell’Arma che per il gruppo criminale che aveva messo sù questo impressionante giro di droga.
Ieri mattina c’è stato il culmine di due anni di indagini: oltre 100 uomini del comando provinciale di Siena, coadiuvati dai colleghi dei comandi di Arezzo, Perugia, Terni e Monza e Brianza, hanno dato esecuzione ad un provvedimento che ha portato all’esecuzione di sette arresti domiciliari e tre obblighi di dimora (uno ora è in carcere, ndr.) e che è stato emesso dal Gip di Siena su richiesta della procura senese.
Il gruppo era costituito da persone sia di nazionalità italiana che di origine straniera. Nove sono residenti nella nostra provincia. Nel sodalizio poi esistono anche legami di parentela ( ne fanno parte padri e figli e anche fratelli, ndr). Costituiscono l’organizzazione sia maschi che femmine. Tra loro molti erano ‘insospettabili’ visto che erano rispettabili professionisti e stimati lavoratori.
Tra le ipotesi di reato ci sono quella di cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, furto aggravato con violenza sulle cose e favoreggiamento reale.
L’indagine, dicevamo, è iniziata oltre due anni fa, a febbraio 2021 ed è stata condotta fino a dicembre dello stesso anno dai militari della compagnia di Montepulciano. A coordinare l’attività è stato il sostituto procuratore della procura della Repubblica del Tribunale di Siena Siro De Flammineis.
La genesi da cui è partito tutto è stato un arresto in flagranza, fatto nei confronti di un soggetto già noto all’Arma, che era stato trovato in possesso di 300 grammi di droga. Da li si è ricostruita, passo dopo passo, la filiera del giro degli stupefacenti.
I militari si sono serviti di telecamere e microspie per tratteggiare il perimetro del gruppo criminale. “Si è seguito ogni passo delle persone per capire come si muoveva lo stupefacente – spiega il procuratore della Repubblica Nicola Marini – . Talvolta si è dovuto anche rinunciare alle intercettazioni e passare a sistemi come quelli dell’osservazione diretta”.
Fondamentale è stato il controllo del territorio dei carabinieri visto che il sodalizio aveva creato una fitta rete di collaboratori capace di distribuire la droga in modo capillare in tutto il territorio. “Arrivavano ai domicilio degli spacciatori e fornivano droga al minuto dopo he questi effettuavano l’ordinazione. E poi gli stessi spacciatori rivendevano al minuto la droga ad altri spacciatori più piccoli”, racconta De Flammineis.
Gli stupefacenti spesso partivano da Monza Brianza per arrivare in Valdichiana e, durante la lunga tratta, erano portati in una macchina che aveva un curioso meccanismo: un vano destinato a nascondere fino a 5 chili di cocaina.
Del vano degno di nota era il funzionamento di sblocco elettromagnetico, attivato da una “combinazione segreta”: una sequenza di comandi e azioni, conosciute solo all’indagato, da eseguire all’interno dell’abitacolo dell’autovettura, che gli permetteva di sganciare la leva del cambio e accedere al doppio fondo.
La droga veniva nascosta in appartamenti o locali utilizzati dagli indagati e anche in alcune delle loro case, e veniva fatta passare negli orari in cui c’era maggiore afflusso nei centri. A tre degli indagati inoltre è contestato il furto di numerosi catalizzatori di auto compiuti tra ottobre e novembre del 2021 a Sinalunga, Montepulciano, Massa Martagna e Foiano della Chiana.
Sette dunque i chili di cocaina sequestrati, quattordici i grammi d’hashish per un valore di trecentomila euro, sequestrati anche 70mila euro che erano nelle disponibilità di di un’indagato. Recuperati infine quattordici catalizzatori il cui valore può raggiungere anche mille euro cadauno.
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