Dal corteo funebre alle urla contro Bernini, la protesta di studenti e precari: “Con i tagli l’università muore”
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Prima il simbolico corteo funebre per l’Università, poi le urla indirizzate alla Bernini e a Di Pietra: è l’altra faccia della medaglia della giornata del ministro a Siena. A organizzare la manifestazione, che chiariamo è stata assolutamente pacifica, studenti e precari dell’ateneo.
“Quello a cui assistiamo oggi sono tagli all’università, una riforma del preruolo che alimenta il precariato e una riduzione del diritto allo studio”, dice Samuele Picchianti, Cravos.
“Il messaggio è semplice – puntualizza invece Vincenzo Spagnolo, precario – : se si taglia, se si aumenta la precarietà attraverso forme contrattuali instabili, l’università è destinata a morire”.
Moderata la reazione del rettore. “Protestare – ha detto Di Pietra – è un modo per esercitare la libertà di espressione, un diritto fondamentale. Se le manifestazioni avvengono con tranquillità e senza episodi di violenza, credo che siano non solo opportune, ma persino auspicabili, soprattutto in un contesto universitario, dove il confronto e il dibattito dovrebbero essere incoraggiati”.
Alla mobilitazione odierna erano presenti anche gli operai della Beko. “Purtroppo – le parole di Massimo Martini, Uilm Uil Siena-, la scuola non è l’unico settore colpito: anche l’industria e il mondo del lavoro vivono una crisi profonda. Per questo siamo qui oggi, per accompagnare la lotta degli studenti e mostrare loro il nostro sostegno”.
“Per quanto riguarda la nostra vertenza, la nostra presenza vuole ricordare a un membro del Governo che esistiamo e che attendiamo risposte concrete – così invece Gianni Bassani, Cobas Lavoro – . È necessario che il Ministro prenda in carico la nostra situazione e fornisca soluzioni real”.
Verso i manifestanti ha espresso solidarietà la Cgil. “Questo governo sta portando avanti politiche che smantellano i diritti sul lavoro e minano la possibilità di costruire un futuro dignitoso – è l’intervento del segretario provinciale Alice d’Ercole – . Quando si decide di tagliare i fondi all’università pubblica e al diritto allo studio, quando si tolgono risorse alle scuole pubbliche per destinarle a quelle private, si distrugge il più importante strumento per formare cittadini liberi e consapevoli”.