Dalla giungla alla città. Applausi per “Il Tarzan” dei goliardi senesi: pungolati Siena Calcio e Comune

Dalla giungla alla città, o meglio dalla città alla giungla. Nell’operetta “Il Tarzan” dei goliardi senesi, infatti, il cammino parte proprio dalla giungla dell’uomo scimmia, per concludere poi a Siena, ma la rappresentazione fatta dai ragazzi delle Feriae Matricularum della città del Palio, ricorda più una foresta, in cui chi urla di più o chi è più furbo alla fine poi vince.
Il principe Matteo Cappelli, insieme allo storico regista Luca Virgili, per mettere in scena lo spettacolo teatrale hanno preso la storia della Disney, ma in realtà è sembrato di vedere un mix tra “2001: Odissea nello spazio” e “Il piccolo Lord”.

È proprio il primo atto dell’operetta che ci riporta alla celeberrima pellicola del maestro Stanley Kubrick. Tutto ha inizio, infatti, in una giungla abitata solamente da scimmie, che crescono il piccolo Tarzan, il quale con il tempo si rende sempre più conto di essere un uomo. Questa volta però, invece del monolite, le scimmie dei goliardi sono attratte da Jane (magistralmente interpretata dal baliota Marco Muzzi), che si perde insieme alla sua famiglia nella foresta, rimanendo prigioniera degli scimpanzé.
La permanenza nel bosco però, permette all’estroversa Jane di conoscere meglio il giovane e impacciato Tarzan, al quale non passa inosservato l’interesse della ragazza nei suoi confronti. Tra il caos della giungla e le canzoni scritte dagli studenti (tra cui una bellissima reinterpretazione di “Milano e Vincenzo” di Alberto Fortis), scatta la scintilla tra Tarzan e Jane, la quale convince l’uomo scimmia ad andare a vivere in città.

Il secondo atto, ambientato a Siena, rappresenta la metafora del piccolo Lord Fauntleroy: da povero ai vertici alti della città. Tarzanino, come viene spesso chiamato dall’amata Jane, porta con sé il fratello scimpanzé Cito, ed entra subito in contatto con la “Siena Bene”. Dopo vent’anni, infatti, Tarzan mette sù famiglia, il fratello Cito è diventato sindaco e il vecchio uomo scimmia viene eletto rettore dell’università.

Non sono mancate, anche quest’anno, le frecciatine alla classe politica e i chiari riferimenti alle vicende che hanno determinato l’anno senese. Nel corso dello spettacolo, infatti, numerose sono state le allusioni alla situazione dello Stadio Artemio Franchi e la battaglia fra il vecchio presidente bianconero Montanari e l’assessore allo sport Lorenzo Loré. I goliardi, inoltre, non hanno lasciato stare nemmeno la questione dei rifiuti, da anni ormai oggetto di discussione dei senesi, che se ne parli al bar o che se ne parli in Comune.

Il finale dell’operetta, vede un Tarzan nostalgico dei vecchi tempi e della libertà che non ha più. Proprio in quel momento, rientrano in scena le scimmie, che sono state la famiglia di Tarzan, insieme a tutti gli attori, che si abbracciano e si uniscono al grido: “Gaudeamus!”

Pietro Federici