Per assicurare un’adeguata assistenza sanitaria ai profughi ucraini in arrivo in Toscana, l’assessorato al diritto alla salute ha già inviato alle aziende sanitarie le prime indicazioni per la presa in carico di adulti e bambini in fuga dalla guerra, che imperversa nel cuore dell’Europa e in uno dei periodi tra i più complessi a causa della pandemia da Covid.
Sulla base delle indicazioni regionali, le aziende sanitarie avranno il compito di sottoporre i profughi, se privi di green pass o certificazione equivalente, a screening per infezione da covid-19 tramite test diagnostici o tamponi oro rinofaringei antigenici e molecolari.
Le persone positive e i relativi contatti stretti saranno gestiti secondo i protocolli già esistenti: i casi risultati positivi saranno sottoposti alla misura di isolamento in luoghi dedicati, come previsto dalla normativa in vigore. Gli asintomatici o paucisintomatici, che non necessitano di ricovero ospedaliero, saranno ospitati negli alberghi sanitari.
Dal canto loro, gli operatori dei dipartimenti di prevenzione dovranno verificare lo stato vaccinale e promuovere la vaccinazione anti-covid in tutte le persone a partire dai 5 anni di età che dichiarino di non essere vaccinate o che non siano in possesso di documentazione che attesti la vaccinazione (compresa la dose di richiamo ‘booster’) per i soggetti dai 12 anni di età.
La somministrazione del vaccino sarà regolarmente registrata sul sistema informativo della prevenzione collettiva (sispc) assegnando a chi ne fa richiesta un codice (stp), valido 6 mesi su tutto il territorio nazionale, non solo per il rilascio di certificazione verde covid-19, ma anche per accedere alle cure e alle prestazioni sanitarie, che saranno ritenute necessarie dal sistema sanitario nazionale. Qualora venga dichiarata una situazione di indigenza, i profughi saranno anche esonerati dalla compartecipazione alla spesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali.
I dipartimenti di prevenzione sono chiamati, inoltre, ad assicurare le necessarie attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale anche in relazione alle altre malattie infettive e a garantire iniziative e risposte adeguate in caso di segnalazioni, che arrivassero tramite il numero unico regionale Infosanità 800-556060.
“Il nostro servizio sanitario è coinvolto a tutti i livelli, per assicurare la più ampia assistenza insieme alla protezione civile e al volontariato, che ringrazio di cuore – afferma il presidente Eugenio Giani -. D’intesa con le autorità, nazionali e locali, e con il territorio, faremo la nostra parte. Faremo il tampone, per la verifica della sussistenza delle quarantene, e la vaccinazione. Auspico di vaccinare tutti i profughi che arriveranno qui. Ci stiamo muovendo in due direzioni – prosegue – sia per fornire ai profughi tutto ciò di cui hanno bisogno sia per garantire l’assistenza umanitaria in Ucraina, inviando farmaci e presidi sanitari per la popolazione”.
“È una lotta contro il tempo, che ci spinge ad agire in fretta per accogliere nel modo migliore tutti i profughi, adulti e bambini, che stanno arrivando in Toscana, bisognosi di sostegno, assistenza e cure – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini -. Continueremo a dare il massimo, a lavorare in squadra e a tenere alta l’attenzione verso le persone che sono in difficoltà e bisognose di aiuto. Il gran cuore della Toscana è noto a tutti. Faremo del nostro meglio come sempre”.
I profughi saranno accolti presso il Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) o Centri di accoglienza straordinaria (Cas) attraverso un percorso organizzato dalla protezione civile e dalle prefetture. I profughi che giungeranno in Toscana in maniera autonoma potranno auto–segnalarsi direttamente al numero unico regionale Infosanità 800-556060 per l’accesso al percorso sanitario.