Un parco urbano di ventidue ettari nel cuore di Siena: è questa la visione che accende i riflettori sulla città del futuro. Un’area che unisce ex “Sita”, Fortezza Medicea e stadio Artemio Franchi e che potrebbe diventare un grande spazio verde riqualificato, con nuovi percorsi, sosta regolata e un modo diverso di accedere al centro storico.
Di questo – e di molto altro – si è discusso nella sala “Bagnoli” di Palazzo Berlinghieri, dove la commissione Assetto e Territorio ha affrontato la terza seduta dedicata al nuovo Piano strutturale. A illustrare i contenuti il vicesindaco e assessore all’urbanistica Michele Capitani, insieme al dirigente Paolo Giuliani e agli architetti Marco Vannocci e Gianni Neri.
Capitani ha definito il nuovo strumento urbanistico “una visione fatta di interventi sostenibili e realizzabili nel medio periodo”, sottolineando l’obiettivo di “migliorare i servizi, potenziare le infrastrutture e ripensare alcune parti della città, centro storico compreso, recuperando spazi oggi inutilizzati”.
Dopo le prime due sedute dedicate a sostenibilità e transizione ecologica, l’attenzione oggi si è concentrata su mobilità e viabilità. Dal nodo nord fino alla zona industriale di Isola d’Arbia, passando per ospedale e Monteriggioni, sono state illustrate le linee strategiche per ridisegnare gli accessi alla città.
Sulla “Tangenziale Est” l’indirizzo è chiaro: niente mega progetto immediato, ma soluzioni graduali, economicamente sostenibili, e potenziamento della rete già esistente.
Per le aree già urbanizzate – viale Bracci e zona Stazione su tutte – si guarda a miglioramenti concreti: viabilità più fluida, parcheggi riorganizzati e tutela del verde.
“Vogliamo puntare sulla maggiore fruibilità dei quartieri, migliorando la qualità della vita e rinnovando anche l’impiantistica sportiva”, ha aggiunto Capitani. “Una viabilità che funziona porta sviluppo economico. Penso, ad esempio, all’area industriale di Isola d’Arbia: attorno a quel polo il piano strutturale disegna una nuova rete di collegamenti che potrà alleggerire il traffico di tutta la zona sud”.
Particolare attenzione al futuro Parco urbano: oltre ventidue ettari che potrebbero trasformarsi in un grande polmone verde e culturale, con spazi recuperati, traffico limitato e una vivibilità nuova anche per San Prospero.