Lo studente modello adesso può coronare il suo sogno. E dall’Uganda, dove viveva come rifugiato – status ereditato dai genitori ruandesi – Cerestine si è trasferito a Siena per poter frequentare i corsi di laurea magistrale in chimica interamente in inglese
Poche le opportunità per rifugiati nel suo paese natio, racconta. E quella del nostro ateneo è stata l’occasione della vita. Il ventottenne nato in un campo profughi ha vinto la borsa di studio nell’ambito del progetto Unicore 6.0.
“Il mio obiettivo – dice – è di lavorare in un’azienda farmaceutica perché la farmacia è stata la mia passione. La volevo già fare quanto non ero laureato ma non avevo i soldi. Sto facendo del mio meglio per portare di nuovo mio moglie a scuola. Adesso sta seguendo un corso sulla nutrizione umana e sulle tecnologie del cibo. Ed io mi vedo con lei e con la mia famiglia a possedere un’azienda o una farmacia biotecnologiche”.
Cerestine avrà un alloggio personale e potrà usufruire gratuitamente dei pasti della Caritas. In totale sono stati 32 i ragazzi che sono giunti qui a grazie alle iniziative dello sportello Just Peace dell’ateneo. Tre quelli arrivati con il progetto Unicore.
“Il suo arrivo costituisce uno di quei momenti in cui si realizzano i valori che sono condivisi da tutta la nostra comunità accademica: solidarietà, condivisione – le parole di Federico Lenzerini, delegato del rettore per gli studenti in aree di crisi-, empatia nei confronti di chi vive in condizioni di particolare sofferenza e volontà di contribuire a costruire un mondo un po’ più equo, in un periodo storico in cui il linguaggio della violenza e delle prevaricazioni sembra avere il sopravvento”.
Oltre 1800 poi le domande per 10 borse di studio per studenti provenienti da aree di crisi. Superano quota 1300 le richieste per quelle dedicate a chi proviene dalla Palestina. Per il rettore Roberto Di Pietra, che intende attivare anche i corridoi umanitari per Gaza, è un ulteriore risposta alle critiche degli ultimi giorni.