Danni da fauna selvatica, migliaia di euro ‘mangiati’ a San Gimignano

Solo due giorni fa i caprioli hanno danneggiato irrimediabilmente le vigne di Vernaccia di un’azienda a San Gimignano. Gli ungulati hanno mangiato le barbatelle che l’anno prossimo sarebbero dovute entrare in produzione. E danni analoghi si registrano in tutta la provincia per altre Doc e Docg della provincia di Siena.

Intanto in Regione, il Consiglio ha approvato, con il solo voto contrario della Lega, dell’ordine del giorno presentato dal Capogruppo del PD Marras e dalla vice presidente del Consiglio De Robertis, sostenuto da tutti i consiglieri del Gruppo.

 “Sulla fauna selvatica la Giunta regionale dia un segnale chiaro e decisivo alle richieste del territorio, superando vincoli e ostacoli ideologici che non fanno bene alla società, all’agricoltura e agli imprenditori agricoli toscani”. E’quanto afferma Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana, all’indomani dell’approvazione.

“Ringraziamo i consiglieri che hanno recepito le nostre istanze e stanno facendo pressing sulla Giunta Regionale e soprattutto con questo atto formale hanno dato un segnale inequivocabile all’Assessore regionale all’Agricoltura Remaschi  – aggiunge il presidente Filippi – che finora sulla fauna selvatica ha sempre promesso e mai mantenuto. Non c’è ascolto del territorio se non ci sono atti concreti per aiutare gli operatori dello stesso territorio”.

Con l’atto approvato ieri, fortemente voluto da Coldiretti che ne ha chiesto ampia condivisione, il Consiglio Regionale ha impegnato la Giunta ad autorizzare proprietari o affittuari dei fondi ad intervenire direttamente cacciando gli animali selvatici.

Negli ultimi anni le popolazioni di cinghiali hanno guadagnato terreno rispetto alla presenza umana – denuncia Coldiretti Toscana – con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti in una fascia territoriale segnata già dalla tendenza allo spopolamento per l’indebolimento delle attività tradizionali.

“L’atto che impegna la Giunta è in linea con la stessa posizione espressa dal Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova nel corso dell’Assemblea dei presidenti della Coldiretti, circa la necessità di una radicale riforma sul tema della fauna selvatica che causa danni enormi all’agricoltura”, conclude il presidente Filippi.

L’eccessiva presenza di fauna selvatica rappresenta un rischio per l’agroalimentare toscano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche secondo lo studio Coldiretti/Symbola, dove in Toscana si contano 32 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria.

“Oggi si deve passare senza indugi dalle parole ai fatti – incalza il direttore di Coldiretti Toscana, Angelo Corsetti – con la delibera di Giunta completa del passaggio fondamentale, indicato dal Consiglio Regionale, e la profonda riforma della Legge Obiettivo che dal 2015 ad oggi non ha evidentemente sortito i risultati sperati. Il patrimonio agroalimentare e zootecnico conservato nel tempo dalle oltre 40mila imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari, un tesoro messo a rischio dall’avanzata dei cinghiali che sempre più spesso in queste aree si spingono fin dentro i cortili e sugli usci delle case, scorrazzando per le vie dei paesi o sui campi, nelle stalle e nelle aziende agricole”, aggiunge il direttore Corsetti.

Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone – aggiunge Coldiretti Toscana – con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare anche i territori più isolati – rileva Coldiretti Toscana – e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Italy agroalimentare. La proliferazione senza freni dei cinghiali sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. Studi ed esperienze relative all’elevata densità dei cinghiali in aree di elevato pregio naturalistico hanno mostrato notevoli criticità  – conclude Coldiretti Toscana – in particolare per quanto riguarda il rapporto tra crescita della popolazione dei selvatici e vegetazione forestale.