Siena

Dazi Usa, il Brunello di Montalcino in prima fila: così Maté sfida Trump

Dalle colline ai tribunali americani: il Brunello di Montalcino finisce al centro di una battaglia legale contro i dazi voluti da Donald Trump. A guidare l’offensiva è Victor Schwartz, imprenditore e proprietario di Vos Selection, che ha portato il caso davanti alla Us court of international trade, ottenendo una prima vittoria poi sospesa a distanza di qualche ora dalla Corte d’appello. Tra i vini difesi nella causa, anche il prestigioso Brunello Màtè, prodotto dall’azienda di Ferenc Màtè (nato in Transilvania), affermato scrittore, di sua moglie Candace, pittrice canadese (le cui opere d’arte sono alcune delle etichette di Brunello) e di suo figlio Peter, una famiglia che, dal Canada, ha girato il mondo (California, Parigi, Roma, Bahamas, New York) prima di innamorarsi della Toscana e di Montalcino. Oggi l’azienda produce 25mila bottiglie l’anno, esportate per l’85% negli Stati Uniti. Un ricorso che punta a tutelare piccole aziende e territori, come quello di Montalcino, sempre più protagonisti nel mercato globale.

Victor Schwartz è uno degli importatori storici di Màtè, tra le due aziende c’è una collaborazione che va avanti dal 2010. “Non ci aspettavamo l’effetto che ha avuto il suo ricorso – ha spiegato a MontalcinoNews.com Jessica Acciaroli, che si occupa del lato commerciale e delle degustazioni di Màtè -, non pensavamo riuscisse a vincere, anche perché la sua è una realtà più piccola rispetto ad altre che hanno cercato di contrastare i dazi. Aveva condiviso, sui suoi social, alcuni documenti subito dopo l’introduzione dei dazi e noi ne avevamo parlato con lui. In questo momento sta ricevendo tantissimi messaggi e tanta attenzione verso la sua azienda. Condividiamo la sua posizione, si può dire che siamo orgogliosi”.

Quella dei dazi oltreoceano è stata una delle sfide con cui si sono confrontati i produttori di vino di Montalcino in questa prima metà del 2025. “Più che i dazi fin qui ha pesato l’incertezza che alcuni importatori vivono nei loro mercati – prosegue Acciaroli a Montalcinonews -. Quest’incertezza economica e politica ha creato una sorta di stallo, almeno per quello che ho potuto constatare io, non so cosa ne pensano altri produttori. Però, per quanto riguarda noi, passata la fase iniziale, con la paura di avere il dazio quando il vino era in transito, con il 10% la situazione è relativamente problematica. Può essere più pesante però sugli importatori e sul cliente finale”.

Nonostante la Corte d’Appello abbia ripristinato i dazi, il mondo del vino ha lanciato un segnale forte a tutti mercati internazionali. “Sarà comunque un processo lungo – ci spiega Acciaroli -, c’è stata un’impugnazione, ci sarà un iter legale che andrà avanti. Ma il messaggio simbolico è importante, ci sono tante realtà che vivono di commercio con l’estero e i dazi le mettono in pericolo. Nemmeno Schwartz, però, pensava di avere questa risonanza”.

emanuele giorgi

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