Zanzariere ben installate tenendo d’occhio grate e intercapedini, repellenti pronti, camicie di lino a maniche lunghe ed anche un’attenzione maggiore a non lasciare l’acqua nei sottovasi dei fiori.
La ‘febbre spaccaossa’ della Dengue si combatterà quest’estate anche con le piccole accortezze. Il virus, dopo il boom di casi in Brasile, preoccupa la Toscana dove a marzo, quando ancora le zanzare tigri che fanno da vettori non ci sono, siamo già a quota tredici contagi contro i venti di tutto il 2023.
Non è un agente patogeno autoctono ma si tratta di infezioni che sono state ‘importate’ da chi ritorna dall’estero. Alle Scotte ad oggi non si registrano casi ma la situazione è monitorata da Mario Tumbarello, direttore malattie infettive e tropicali del policlinico.
“I casi ci devono far pensare a cosa potrebbe accadere quanto ci saranno molte zanzare tigre a giro”, afferma. Tra qualche mese infatti il rischio di trasmissione sarà decisamente maggiore.
Per questo sia gli Enti locali che nazionali si stanno già muovendo con misure come la disinfestazione e la cura delle aree verdi. “Nella nostra città passano milioni di turisti – aggiunge Tumbarello -. E quindi non è improbabile che accada qualcosa visto che di zanzare siamo pieni”.
Ma quali sono i sintomi?: “Ricordano l’influenza: spesso c’è un arrossamento della pelle, dolori osteoarticolari. Ma ci sono sintomi specifici per cui bisogna prendere contatto con il medico di base e segnalare se si è stati in aree endemiche”.