Niente di nuovo, tutto tace da mesi sull’argomento del tema del deposito unico di scorie nucleari e sia Pienza che Trequanda rimangono in attesa di novità.
A due anni esatti dalla pubblicazione della Cnapi, documento che individuava una zona tra i due comuni senesi come “potenzialmente idonea” ad ospitare la struttura, la situazione è in una fase di stasi. E un contributo lo ha dato certamente il cambio di Esecutivo: il ministero della Transizione energetica è diventato ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica; Pichetto Fratin è succeduto a Cingolani e sull’argomento ancora non si è espresso e non ha lasciato indicazioni-
C’è dunque da chiedersi se resta in campo il cronoprogramma che fu annunciato dall’ex-ministro Cingolani, in un question time in Parlamento, nello scorso aprile e cioè il sito che avrebbe ospitato le scorie sarebbe stato deciso entro il dicembre del 2023. Un punto interrogativo questo da cui vorrebbero ottenere una risposta sia il sindaco di Trequanda Andrea Francini che il sindaco di Pienza Manolo Garosi.
“Ancora non abbiamo ricevuto nessuna nuova comunicazione dal nuovo Governo e dalla Sogin sulla vicenda- fa sapere il primo-. Sperò però che questo nodo venga finalmente sciolto e si arrivi al più presto ad una decisione”
Nessuna novità nemmeno nella Città ideale, come spiegato da Garosi. “Gli approfondimenti comunque – afferma- hanno evidenziato il fatto che la nostra area fosse una delle meno adatte ad ospitare il deposito. E credo che la Sogin non debba cambiare questa posizione”.
La struttura ospiterà 95mila metri cubi di materiale e sorgerà in un’area di 150 ettari. In Italia sono state individuate 67 zone per ospitare il sito. Due di queste sono in Toscana: nelle province di Siena, appunto, e di Grosseto.
MC