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Deposito scorie nucleari, il no della Provincia: “Il sito tra Pienza e Trequanda non è idoneo ad ospitarlo”

L’area compresa tra i Comuni di Trequanda e Pienza, in provincia di Siena, non è assolutamente idonea, da un punto di vista tecnico, morfologico, paesaggistico e socio-ambientale, ad ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari”.

Lo ha ribadito il Presidente della Provincia di Siena Silvio Franceschelli intervenendo in collegamento al Seminario Nazionale, primo momento di confronto pubblico nell’ambito della procedura per la localizzazione del Deposito Nazionale e Parco Tecnologico. Si tratta della prima consultazione pubblica in Italia relativa a un’infrastruttura di rilevanza nazionale, che consentirà di ottimizzare la gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi già presenti o prodotti nel nostro Paese. “Mi occorre rilevare – ha detto Franceschelli – che ci troviamo nell’area di pertinenza ad un sito Unesco quello del Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia, riconosciuto nel 2004 come prima sito per il suo paesaggio. All’interno vi è un secondo sito Unesco, che è quello del centro storico di Pienza”.

“Inoltre – ha proseguito il presidente della Provincia – si tratta di un territorio a vocazione e caratterizzazione agricola prevalente e a bassa intensità produttiva. Non abbiamo agricoltura intensiva e conserviamo la biodiversità originaria. Questo si traduce in un territorio a forte vocazione turistica e pertanto ribadiamo una non compatibilità di fondo con l’intervento con un’area dove, peraltro, si registra la quasi totale assenza di siti industriali”.

“Ultimi due elementi – ha concluso Franceschelli – quello relativo alla rete viaria fatta di piccole strade comunali e provinciali del tutto inidonee per i flussi e per le modalità di accesso al sito sia per la fase di edificazione che di gestione; e l’elemento ambientale-abitativo: dal punto di vista sociale, infatti, non ci sarebbero le condizioni di ospitalità per tutti i soggetti che potrebbero operare in questa struttura. I nostri piccoli centri hanno una residenzialità limitata e non è previsto alcun tipo di consumo di suolo aggiuntivo”.

marco crimi

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