Con una nota stampa il coordinamento provinciale del volontariato di Protezione Civile, ha voluto smentire qualsiasi appartenenza di Andrea Chesi e dei restanti 11 indagati, tutti italiani appartenenti agli ambienti dell’estremismo di destra, per detenzione abusiva di armi correlata alla costituzione di un’associazione con finalità eversiva.
“Apprendiamo dagli organi di stampa che Andrea Chesi – così inizia la nota-, accusato di essere il leader di una cellula neonazista operante nel territorio della provincia di Siena, fosse un volontario di Protezione Civile. Quanto affermato non corrisponde al vero. Il Chesi non ha rapporti con le associazioni che operano in Protezione Civile e nel settore delle Radiocomunicazioni di Emergenza. Stesso discorso vale per le altre persone coinvolte dalle perquisizioni di questi giorni”.
“La partecipazione al’ attività di Protezione Civile da parte del singolo cittadino è normata dalla Legge – continua la nota. Quest’ ultima ha istituito l’ Elenco regionale del volontariato di Protezione a cui, ad oggi, nessuno dei 12 indagati risulta iscritto. E’ pertanto impossibile che questi abbiano fatto attività durante le emergenze locali o regionali degli ultimi anni.
Ricordiamo che le associazioni di Volontariato sono per statuto apolitiche apartitiche ed aconfessionali”.