La FP-CGIL di Siena denuncia il grave episodio avvenuto giovedì pomeriggio nel carcere di San Gimignano.Un Ass.te capo di Polizia penitenziaria è stato aggredito da un detenuto che gli ha gettato addosso dell’olio bollente. Il lavoratore ha riportato ustioni di primo grado con una prognosi di 15 gg.
Quello che è accaduto è l’ennesimo segnale di una situazione più volte denunciata che da troppo tempo è ingestibile. L’istituto soffre di un sovraffollamento. A fronte di una capienza di 220 detenuti, ad oggi ne ospita 420. La carenza di personale, più volte denunciata continua a essere di oltre il 40%. A fronte di una pianta organica di 233 unità sono solo 135 i lavoratori presenti. Personale che oltre a ricoprire i ruoli di vigilanza e tutte le funzioni amministrative, dà il suo apporto al regolare svolgimento di tutti i progetti legati alla rieducazione dei detenuti. Come l’apicultura, il confezionamento delle olive, il mantenimento del polo universitario e della scuola all’interno del carcere.
La FP-CGIL assieme al personale in servizio vuole continuare a denunciare i rischi e il disagio lavorativo di tante persone che operano da troppo tempo ormai in condizioni non più tollerabili.
A questo si aggiungono la mancanza di risorse economiche. I tagli del Governo agiscono irrazionalmente come una scure anche sulle normali funzioni, come quella del trasferimento dei detenuti in altra sede per partecipare ai processi nei quali sono coinvolti. Tropo spesso ormai a causa della mancanza di soldi per i rimborsi viaggi e per sostenere i costi della benzina dei mezzi d’ordinanza, i detenuti non vengono trasferiti con il conseguente rinvio delle udienze. Da troppo tempo gli stessi lavoratori sono costretti ad anticipare le spese per garantire questi servizi.
Ribadiamo la piena solidarietà al lavoratore coinvolto nell’aggressione e alla sua famiglia e a tutti i lavoratori del carcere di San Gimignano.
In mancanza di una presa di posizione decisiva da parte dell’amministrazione penitenziaria avvieremo ogni inziativa per interrompere questo silenzio.
E’ ora di dire basta!