Possono esserci dei meccanismi eziopatogenetici che accomunano il diabete di tipo 1 e quello di tipo 2? A questa domanda vuole cercare di dare una risposta l’intesa tra il Policlinico Le Scotte e l’ Ospedale San Raffaele di Milano.
“Investigation of cd8t cell-mediated mechanisms of insulin-resistance in human obesity and type 2 diabetes” è il progetto a cui stanno lavorando le due realtà. Un team di giovani ricercatori sta cercando di capire se tra i vari meccanismi che portano allo sviluppo dell’insulino resistenza che caratterizza sia l’obesità che il diabete di tipo 2 possa contribuire una reazione autoimmune scatenata da autoantigeni espressi a livello del tessuto adiposo e che vedrebbe come principali “mediatori” i linfociti CD8 autoreattivi che sappiamo svolgere un ruolo chiave nella distruzione delle cellule beta pancreatiche (deputate alla secrezione di insulina) nel diabete di tipo 1
“A Siena studieremo la presenza dei linfociti CD8 in sezioni di tessuto adiposo viscerale di pazienti obesi con e senza diabete tipo 2, sottoposti ad intervento di chirurgia bariatrica al San Raffaele”, spiega Laura Nigi, responsabile del progetto per l’Aou senese. “La nostra ipotesi è che queste cellule possano essere richiamate nel tessuto adiposo da autoantigeni al momento non noti e che possano contribuire all’alterazione del metabolismo lipidico e allo sviluppo dell’ insulino-resistenza”.
Capofila del progetto di ricerca è l’ospedale San Raffaele e vede come principal investigator la dottoressa Alessandra Petrelli, del Diabetes research institut. “A Milano il compito sarà quello di caratterizzare dal punto di vista fenotipico e funzionale i linfociti CD8 di cui si ipotizza essere arricchito il tessuto adiposo di soggetti obesi con e senza diabete di tipo 2, e di individuare potenziali autoantigeni, a Siena invece verranno condotti studi a livello tissutale per identificare la presenza delle cellule CD8, il loro rapporto con altre cellule come gli adipociti, i macrofagi, e più in generale con altri componenti del sistema immunitario e dell’infiammazione”, continua Nigi.
“Investigation of cd8t cell-mediated mechanisms of insulin-resistance in human obesity and type 2 diabetes” ha una durata di tre anni. Il progetto è già partito al San Raffaele lo scorso anno e adesso è in procinto di partire anche all’Aou senese. Cento i pazienti indicati come partecipanti allo studio: cinquanta di loro affetti da obesità e cinquanta da obesità e diabete tipo 2. “Contiamo di avere i primi risultati già fra qualche mese”, conclude Laura Nigi.
Marco Crimi
Nel 2025 sono previsi 35 milioni di investimenti da parte del Comune, finanziati anche con…
“Domenica chiuderemo il nostro 2024 con una trasferta non semplice. Vogliamo mettere la ciliegina sulla…
"Luce della Pace da Betlemme 2024", questo il titolo dell'evento che si terrà aabato prossimo, …
"È molto ben organizzato, non avrei nulla da aggiungere: mi è piaciuto molto sorprendentemente perché…
Riceviamo e pubblichiamo la lettera che ci ha inviato una ragazza non vedente. Per questioni…
La Regione Toscana, approvando un emendamento alla sua legge di stabilità, ha destinato 815mila euro…