Non poteva che arrivare sul tavolo del Procuratore capo Salvatore Vitello la conversazione tra Pierluigi Piccini e il giornalista Antonino Monteleone del programma Le Iene, conversazione (un’intervista, in realtà, registrata in Piazza del Campo) andata in onda ieri sera durante la trasmissione, su Italia Uno.
“Con riferimento alle affermazioni rese al giornalista della trasmissione televisiva Le Iene, andata in onda nella serata di domenica 8 ottobre 2017, si prende atto che l’interlocutore del giornalista ha espresso gravi accuse nei confronti dei magistrati di Siena” tuona Vitello nella nota ufficiale inviata dalla Procura.
“In particolare si racconta di una “storia parallela”, mai emersa nel corso delle indagini svolte da questo Ufficio e mai denunciate dallo stesso interlocutore, che vedrebbe coinvolti vari soggetti, tra cui i magistrati senesi, in “festini” a base di “cocaina” che si sarebbero tenuti in due ville, una in una località tra Siena e Arezzo ed un’altra in zona di mare.
Secondo quanto prospettato nell’intervista, le indagini sul decesso di Davide Rossi, non si sarebbero spinte oltre per evitare lo scandalo nei confronti di magistrati o di altre personalità di rilievo nazionale, che avrebbero preso parte ai “festini”.
Trattandosi, all’evidenza, di accuse penali rivolte ai magistrati degli uffici di Siena, ogni competenza in merito spetta alla Procura della Repubblica di Genova, cui viene trasmessa la registrazione della trasmissione.
Per quanto riguarda questo Ufficio si ricorda che:
Ben sette magistrati sono stati titolari di indagini riguardanti il decesso di Davide Rossi; magistrati intervenuti in diversi momenti, con approfondimenti investigativi ed accertamenti progressivi nel tempo, i cui risultati sono stati da tutti ritenuti convergenti verso l’ipotesi suicidiaria;
E’ giusto e comprensibile che i familiari abbiano dubbi sulla causa della morte del loro congiunto ed è legittimo che essi esprimano critiche sull’operato dei magistrati che hanno seguito la vicenda, utilizzando, come hanno fatto, gli strumenti consentiti dalla procedura, con investigazioni difensive e opposizione all’archiviazione;
Ben due Giudici delle Indagini preliminari hanno emesso ordinanze di archiviazione ampiamente motivate, sulla base di un ampio contraddittorio instaurato con le difese delle persone offese , su tutti i punti controversi.
E’ assolutamente inaccettabile, viceversa, la sistematica delegittimazione, come quella da ultimo operata dall’interlocutore delle Iene (rilanciata scientemente senza alcun filtro e con la consapevolezza di non aver compiuto alcun riscontro), che senza alcuna conoscenza diretta della complessa attività di indagine, dei risultati degli accertamenti tecnici, degli immani sforzi compiuti per dare spiegazione ad ogni elemento di criticità, sulla base di un pregiudizio personale, senza indicare alcun argomento di merito, tenta di accreditare, con esternazione ignote per provenienza, una propria tesi personale suffragandola con pesantissime accuse ai danni dei magistrati che hanno seguito la vicenda giudiziaria, additandoli come partecipi di un oscuro disegno criminoso.
Pur esprimendo profonda indignazione per questa continua aggressione nei confronti dei magistrati di questo ufficio, restiamo sereni anche di fronte a questi nuovi indicibili attacchi e continueremo a lavorare con l’ equilibrio, l’imparzialità e l’indipendenza, che hanno sempre contraddistinto il nostro operato”.