Essere in forma sì, ma occhio al come: cresce infatti a Siena e in Toscana il fenomeno dei programmi dimagranti e dei pacchetti fitness venduti online da soggetti non qualificati, “che promettono miracoli ma mettono a rischio la salute”.
Ad affermarlo è la Federconsumatori Toscana che fa sapere che 76 persone in provincia di Siena si sono rivolte agli sportelli per denunciare casi di truffa o danni legati a “falsi professionisti” nell’ultimo anno. Sono in totale 420 le persone che si sono rivolte agli sportelli in Toscana
“Il profilo delle vittime è chiaro: il 78% sono donne, prevalentemente tra i 35 e i 60 anni; il 67% ha conosciuto il presunto esperto tramite i social; l’87% non ha raggiunto alcun obiettivo reale – si legge in una nota-; il 24% ha addirittura registrato un aumento di peso, il 25% ha dovuto poi rivolgersi a medici abilitati per rimediare ai danni; il 10% ha avviato azioni legali per ottenere un risarcimento, soprattutto per prodotti “miracolosi” inefficaci o potenzialmente dannosi”
“Tra i principali rischi segnalati: presunti nutrizionisti non iscritti all’Albo dei Biologi – si legge ancora-, che propongono diete personalizzate illegittimamente; personal trainer non certificati, che collaborano in pacchetti “tutto incluso” da fino a 197 euro al mese; life coach e mental coach che affrontano, senza alcuna competenza clinica, temi delicatissimi come i disturbi del comportamento alimentare; integratori costosi (fino a 180 euro a confezione) che promettono risultati rapidi senza sforzo, ma spesso causano effetti collaterali o si rivelano del tutto inefficaci”
“L’indagine ha fatto emergere anche le conseguenze emotive e psicologiche che queste esperienze possono generare: ansia, frustrazione, senso di inadeguatezza – prosegue la Federconsumatori. In molti casi, gli utenti si sono sentiti colpevoli di non aver ottenuto risultati, senza sapere che erano stati tratti in inganno da vere e proprie pratiche scorrette”.
“Alla luce di quanto emerso – dice Laura Grandi, presidente Federconsumatori Toscana – chiediamo un intervento urgente da parte delle istituzioni per contrastare il fenomeno. Servono controlli e sanzioni da parte del Ministero della Salute e dell’Agcom contro l’esercizio abusivo di professioni sanitarie e sportive. Occorre un’azione dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria er fermare la diffusione di pubblicità ingannevoli che sfruttano la vulnerabilità delle persone. Va rafforzata l’educazione digitale per aiutare i cittadini a riconoscere fonti affidabili e figure qualificate”.
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