Sul Museo del Palio “sono sconcertato da questa marcia indietro di Nicoletta Fabio, che sembra ragionare più da ex priore che da sindaca”, attacca l’ex-primo cittadino Bruno Valentini, che sui social accusa l’amministrazione citando il nostro articolo che parlava della vicenda.(link qui)
Secondo Valentini l’attuale sindaco “preferisce ritirare l’idea (sposata anche dalla Giunta De Mossi) piuttosto che rischiare qualche malumore di parte del mondo contradaiolo. Fin dall’inizio le opinioni delle dirigenze delle contrade e di molti contradaioli sono state contrastanti. Non a caso i “saggi” e gli esperti che hanno collaborato col Comune per predisporre il progetto provenivano proprio da quegli ambienti ed avevano usato ogni accortezza per non urtare sensibilità e soprattutto per perseguire la priorità di spiegare cosa è il Palio nella storia e nella società evitando antagonismi e duplicazioni con i musei di contrada”.
“L’idea iniziale -prosegue-, anzi, era che dopo una visita alla “Galleria” del Palio (questa denominazione era stata scelta per rimarcare lo scopo divulgativo anziché quello celebrativo) la prosecuzione naturale dovesse essere proprio l’ingresso ad un museo di Contrada, da individuare a rotazione. Fra l’altro attualmente molti Musei di Contrada non hanno i requisiti tecnici (sicurezza, ecc.) richiesti per le sedi espositive dalle leggi in materia”.
“Tornando al ragionamento della Fabio -aggiunge-, nessuno dei suoi tre “dubbi” regge ad una disamina imparziale. I costi: basterebbe affidarsi ad un project financing dove un soggetto esterno realizza il progetto comunale e rientra dei costi con una provvigione sui biglietti (e sul merchandising, che potrebbe valorizzare l’artigianato locale). Secondo punto, i locali: il luogo ideale ci era sempre sembrato l’attuale spazio dedicati ai costumi ed una parte dei Magazzini del Sale, ma soluzioni alternative non mancano in città (pensate solo a quanti locali sono ancora da recuperare al Santa Maria della Scala). Terzo punto, il dilemma della museificazione di una festa “viva”. Il problema è un altro”.
La chiosa: “Cioè come spiegare a migliaia di turisti cosa è veramente la nostra festa, soprattutto fuori dei giorni del Palio. E se non lo facciamo noi, lo fanno altri e male. Ed i musei di Contrada raccontano uno spaccato di quella storia, il vissuto di uno dei diciassette popoli. La realtà è una sola. Questa amministrazione non intende davvero governare, con tutti i rischi e le opportunità che ciò comporta. Preferisce vivacchiare. E la città rischia di spegnersi lentamente”.
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