Siena

Disastro a Suvignano: centinaia di pesci morti nei campi

La scena che si presenta davanti agli occhi è agghiacciante. E l’odore è nauseabondo. Il tutto in uno scenario che invece sarebbe idilliaco, con gli uccellini che cinguettano e, tutto attorno, la bella campagna toscana. Distesi sui campi, a non grande distanza dal lago nella tenuta di Suvignano, in un punto che fa parte del territorio comunale di Monteroni d’Arbia, si trovano in questo momento una miriade di pesci morti. Sono centinaia e centinaia, distesi, fuori dall’acqua, senza vita. Il lago non è distante, ma tutti questi pesci sono accatastati l’uno sull’altro in mezzo ai campi. Non sono ancora in putrefazione, ma l’odore è già forte. La fine deve essere arrivata per loro già da qualche giorno. Sopra i pesci morti uno stuolo di mosche vola senza sosta, aumentando la sensazione di disagio provata da chi si trova di fronte questa scena.

Rimane da capire cosa sia successo, e se la morte di questi pesci sia stata causata da un errore o se addirittura si possa configurare qualche reato ambientale. Il lago che è situato non molto distante ha ancora acqua, come se nulla fosse accaduto. Eppure alcuni dei pesci morti si trovano a netta distanza da queste acque, persino a cento metri di distanza. Come possono essere arrivati fin lì?

La proprietà è quella della ormai famosa tenuta di Suvignano, la tenuta che è stata confiscata alla mafia, e che è diventata un simbolo contro le organizzazioni malavitose. Una tenuta che è in cerca, comunque, di un rilancio da un punto di vista agricolo. E che si trova in uno splendido e quasi incontaminato paesaggio della campagna toscana, non distante dall’abitato di Monteroni d’Arbia.

È lecito attendersi una spiegazione, una motivazione di quanto è accaduto. Perché tutti questi pesci sono morti e si trovano adesso in mezzo ai campi? È stato compiuto qualche reato? E certamente adesso, anche dopo che il danno è stato fatto, è comunque necessario un intervento. È impossibile pensare di tenere ancora per giorni queste centinaia e centinaia di pesci morti in mezzo ai campi. Il danno per l’ambiente è già stato ingente.

Gennaro Groppa

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