Un impegno concreto per favorire l’inclusione e valorizzare la diversità di genere, età, cultura e abilità all’interno delle politiche aziendali. Ad abbracciarlo, sottoscrivendo ieri a Roma il “Patto Utilitalia – La diversità fa la differenza”, Estra insieme ad altre 26 aziende di servizi pubblici associate a Utilitalia (la federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche).
Politiche aziendali inclusive a tutti i livelli dell’organizzazione, misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro, gestione del merito trasparente e neutra rispetto alle diversità di genere, età, cultura, adozione di sistemi di monitoraggio dei progressi conseguiti e politiche di sensibilizzazione interne ed esterne, sono alcuni dei sette impegni contenuti nel Patto per la Diversity di Utilitalia, che rimane un documento aperto per tutte le associate.
Primi firmatari del Patto, oltre a Estra: A2A, ACEA, Acqua Campania, Acqualatina, AQP, AIMAG Mirandola, Alia, AMA Roma, AMAP, AMIU Genova, ASIA Napoli, ASM Magenta, Dolomiti Energia, Gruppo CAP, HERA, Iren, MM, Padania Acque, Siciliacque, SMAT, Tea Mantova, UniAcque, Veolia Italia, Veritas e Viva Servizi.
Il Patto che sigla un comune programma di principi e di conseguenti impegni per promuovere il Diversity Management nelle attività aziendali, è stato elaborato dalla Commissione istituita un anno fa da Utilitalia per la valorizzazione e gestione della diversità, con il contributo attivo delle associate e con il supporto di Valore D e della Fondazione Belisario.
“La diversità e l’uguaglianza sono due concetti indissolubili. – ha dichiarato Francesco Macrì presidente di Estra – L’uguaglianza implica pari diritti e pari opportunità, senza distinzione alcuna. Questo patto è un buon inizio. Certo dobbiamo ancora fare molti passi in avanti per rispettare un concetto così basilare e apparentemente scontato. Passi avanti nella società e nelle aziende. Anche in Estra, nonostante nel 2018 per la prima volta la percentuale di scatti di carriera sia stata maggiore tra le donne (10% contro il 5% degli uomini), vogliamo impegnarci sempre di più per far emergere la diversità che è un valore aggiunto”.
Nel corso del Convegno “ALL THAT WE SHARE L’inclusione come risorsa” che ha preceduto la firma – al quale sono intervenute, oltre alle associate alla Federazione, la Ministra delle pari opportunità Elena Bonetti e realtà quali Fondazione IBM Italia, Google Italy e Valore D – sono state affrontate le numerose sfaccettature del D&I secondo diverse esperienze nazionali e internazionali, in ambito public utilities e non. Il termometro sulle tendenze in atto in tema di diversity nelle imprese dei servizi pubblici è stato fornito da una ricerca Utilitalia-ACTA effettuato su un campione di 25 aziende di provenienze geografiche e dimensioni diverse.
Dalla ricerca – con evidenze principalmente qualitative data dalla natura complessa del tema – risulta una crescita della presenza femminile (che si attesta oggi al 23%), mentre il personale di origine straniera è fermo all’1,29%. Quasi tutte le aziende intervistate dispongono di un proprio sistema di welfare aziendale e, in particolare, di strumenti di flessibilità per la conciliazione dei tempi di vita con quelli lavorativi. Tra le buone politiche adottate spiccano la contaminazione di competenze (per favorire il ricambio generazionale fra i nuovi assunti e senior), la scuola dei mestieri, l’intergeneration lab, l’inserimento dei dipendenti stranieri e la lotta al digital divide. E’ necessario ancora compiere un ulteriore passo per rendere esteso e completo il monitoraggio sul tema e più efficace la comunicazione sui risultati.