Il padre di un ragazzo con Dsa che frequenta l’istituto agrario a Siena, aveva scritto al nostro giornale una lettera per evidenziare i disagi del figlio e il rapporto con l’istituto. Una lettera arrivata fino al Ministero. Oggi risponde il dirigente scolastico
Sull’edizione di Sienanews.it di lunedì 12 dicembre è apparsa una lettera aperta indirizzata al dirigente dell’Istituto agrario di Siena a firma del Sig. Oliviero Vivarelli, che critica fortemente l’operato della scuola nei confronti del figlio, affetto da disturbi specifici dell’apprendimento, o DSA.
Desidero esprimere al riguardo il mio sincero dispiacere per la scelta di trasferire il ragazzo ad altra scuola, pur nel rispetto di una decisione che è rimessa esclusivamente alla famiglia. Ma qui non si tratta di stabilire chi ha vinto o chi ha perso, perché non è nel conflitto tra scuola e genitori che si possono individuare le soluzioni migliori a favorire i percorsi scolastici dei giovani.
Di certo, non ha vinto la scuola, perché evidentemente non ha saputo garantire al genitore una prospettiva di positivo inserimento del figlio nella nostra comunità. Eppure, non registriamo tanto spesso insuccessi di questo tipo. In tutte le 34 classi dell’Istituto, comprese quelle funzionanti all’Enogastronomico di Colle Val d’Elsa, si conta un totale di 60 alunni certificati con DSA, mentre sono 36 gli alunni certificati ai sensi della legge 104; e con questi numeri non è facile affermare che la scuola ignori i bisogni formativi di chi è in difficoltà.
A noi non interessa fare confronti con altre scuole, e ancor meno ci sentiamo più bravi degli altri, semplicemente portiamo avanti ogni giorno il nostro lavoro, con i nostri limiti ma anche con l’impegno a migliorarci. Non è esatto dire che nulla è cambiato dopo che il preside ha ricevuto le famiglie degli studenti con DSA della classe di Vivarelli e, successivamente, in data 21/11/2016, ha acquisito agli atti le loro osservazioni scritte. Il 18 novembre si è affrontato subito l’argomento in consiglio di classe e il 5 dicembre si è svolta un’altra riunione dello stesso consiglio in seduta straordinaria, durante la quale il dirigente e la Referente per i DSA hanno ulteriormente rimarcato le indicazioni metodologiche previste dalla normativa per gli alunni con DSA. Il 7 dicembre, al Collegio dei Docenti, è stato posto all’ordine del giorno il tema degli approcci metodologici per i DSA, e anche in quella occasione è stato ricordato a tutti che le misure dispensative e compensative devono essere necessariamente adottate. Di conseguenza, sono state controllate le prove di verifica somministrate agli alunni con DSA e in alcuni casi, nella classe di Vivarelli, si è notato un miglioramento nell’approccio metodologico, mentre laddove si è riscontrata la persistenza di certe criticità è intervenuta la Referente per supportare il docente interessato. Io stesso ho convocato nel mio ufficio i professori che risultavano citati maggiormente negli esposti delle famiglie, invitandoli ad approfondire la materia, attraverso la ricerca delle migliori pratiche e nel rispetto dell’ordinamento legislativo. Del resto, la delicatezza delle problematiche prospettate dai DSA era già all’attenzione dei nostri insegnanti; per l’anno in corso, per esempio, l’Istituto partecipa con ben 30 docenti, numero massimo consentito a una scuola come la nostra, al progetto di formazione “Dislessia Amica”, organizzato dall’Associazione Italiana Dislessia d’intesa con il Miur, che ha chiuso le iscrizioni a settembre. Peraltro, una seria attività di formazione e aggiornamento, in generale, può compensare il ricambio notevole di docenti che si è osservato quest’anno: attualmente, sono ben 18 i professori nuovi, mai avuti prima, in servizio all’Agrario di Siena, esclusi i supplenti.
Il motivo per il quale il dirigente ha chiesto ai genitori degli alunni con DSA, frequentanti la classe di Vivarelli, di confermare per iscritto quanto gli veniva dichiarato a voce è diametralmente opposto a quello ipotizzato dal Sig. Vivarelli, come potrebbe confermare qualunque funzionario dell’amministrazione, in provveditorato come al Ministero. Solo su una base documentale, infatti, si possono avviare procedimenti e approntare interventi in grado di garantire la difesa dei diritti, dei diritti degli alunni con DSA in questo caso. D’altra parte, ho anche il dovere di precisare che, in merito a questa vicenda, nessuna nota, o richiesta di chiarimenti, è pervenuta alla scuola dall’Ufficio Scolastico Provinciale, o Regionale, o tantomeno dal Ministero.
Una dolorosa incomprensione sembra segnare anche l’episodio che ha visto protagonista la nostra Referente per i DSA, perché credo che alla base di tutto vi sia la circostanza che i documenti in nostro possesso non consentivano di inserire immediatamente altri interlocutori tra le persone con le quali la scuola poteva parlare del ragazzo, e questo non certo per generica preclusione o, peggio, per “rivalsa”, ma perché si ritiene in buona fede che la normativa imponga alla scuola di rapportarsi esclusivamente con l’esercente la potestà genitoriale nel trattare del rendimento e del comportamento scolastico dell’allievo minore di età. La scuola non è tenuta a valutare il vissuto privato delle famiglie; nel gestire determinate pratiche opera (e deve operare) solo sulla base degli atti d’ufficio, dove mancava, nello specifico, una delega a firma dell’esercente la potestà genitoriale. Detta delega verrà poi inoltrata alla scuola dal Sig. Vivarelli il 7 dicembre scorso, dopo un aspro scontro verbale avuto al telefono con la Referente, cui rimanda la lettera aperta pubblicata da Sienanews.
È vero, la nostra Referente, che fin dall’inizio della vicenda ha seguito passo passo i lavori del consiglio di classe in materia di DSA, mettendosi a disposizione dei colleghi per ogni eventuale necessità di supporto tecnico, è giunta al punto di comunicare al Sig. Vivarelli di non aver più niente da dire. Ma se leggiamo la sua dichiarazione, rilasciata al dirigente, si può comprendere come fosse ormai perduta la necessaria serenità. Scrive la professoressa: “Di fronte a numerosi testimoni, colleghi e non, sono stata più volte insultata pesantemente dai signori Vivarelli, quando l’uno e quando l’altro, per telefono, di persona, in più giorni e circostanze”.
Tiziano Neri
Dirigente IIS Ricasoli di Siena