Dop economy, Rosati(Qualivita): “Siena vive un onanismo nell’agroalimentare. Occorre riflettere su come migliorare le produzioni”

“Come Siena stiamo vivendo un onanismo nel settore dell’agroalimentare…Credo si debba riflettere sul come migliorare la produzione”.

Non poteva essere più chiaro Mauro Rosati, direttore generale di Qualivita, sulla performance del nostro territorio nel rapporto della stessa Qualivita, realizzato insieme ad Ismea, sulle Dop economy italiani.

Perché se è vero che il settore nel 2022 – l’anno preso in analisi – è in crescita e che il Senese, con il suo impatto da 666 milioni di euro, traina l’indotto toscano, che vale un miliardo e 400 milioni, la nota dolente risuona su quel -1,4% di valore generato dalla nostra provincia, che è l’unico, nella top 20 del Belpaese, inferiore rispetto al 2021.

Il mondo vitivinicolo, motore delle nostre certificazioni, corre meno con produzioni in calo. Ma i problemi maggiori, secondo Rosati, arrivano da altre realtà.

“L’agroalimentare e il mondo del cibo hanno molte difficoltà – evidenzia Rosati – . Lo si vede in produzioni tipiche, come quella del pecorino, del prosciutto toscano, dei dolci come panforte e ricciarello. Sono produzioni di nicchia con migliaia di fatturato a livello regionale e di pochi milioni a livello provinciale”.

Sul banco degli imputati finiscono dunque alcune produzioni: “La cinta senese – continua – non sta andando come deve andare o come qualcuno si aspettava. La certificazione stenta”.

Poi c’è il comparto dolciario: “Ad oggi non ci sono consorzi di tutela riconosciuti – aggiunge – e non c’è nemmeno volontà di crearne da parte degli operatori che potrebbero portare investimenti pubblici nella produzione”.

MC