“Con i fondi del Recovery Fund affrontiamo la crisi climatica”, torna a scendere in piazza il gruppo dei FridaysForFuture Siena per il sesto sciopero globale per il clima, “il primo “in presenza” da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria”, precisa il loro coordinatore Massimo Gigliotti. L’appuntamento, non sarà un corteo, è in piazza Tolomei dalle 11 fino al primo pomeriggio.”La manifestazione riguarda appunto lo sciopero internazionale – prosegue Gigliotti-, è stata decisa la data dal movimento a livello globale. In Italia, data la vicinanza della riapertura delle scuole dopo tutte le criticità dello scorso anno,e della partenza di quest, e a pochi giorni dalle elezioni, abbiamo deciso anche per una seconda data, il 9 ottobre, come sciopero nazionale”.
Gigliotti poi ha esposto una propria riflessione sulle tematiche dell’ambiente e del covid. “Nel 2020 il dibattito sull’emergenza climatica è stato messo in disparte, ma perché ci ha colpito una emergenza nuova, inaspettata e soprattutto più acuta, che andava e va ancora affrontata-aggiunge-. Quella climatica ha tempi più lunghi ma effetti potenzialmente più devastanti e come se non bastasse, non ci sarà un vaccino a contenere i danni, anzi, le soluzioni stesse richiedono anni per essere attuate e poi efficaci. E’ normale che in questi ultimi sei mesi circa non si sia parlato d’altro o quasi, ed è giusto così”.
Con i fondi che l’Unione Europea ha dato per affrontare la ripartenza “è arrivato il momento di investire su progetti di lungo termine che affrontino anche la futura e peggiore crisi climatica-afferma-. Siamo ancora in tempo per contenere i danni, per fare un paragone, è come se fossimo a febbraio 2020 per la crisi climatica: ci è sfuggita di mano, pensavamo che il problema non ci riguardasse e invece ora è qui”.
“Non ci sono però lockdown a metterci al riparo, ma un cambio di mentalità e di stili di vita – conclude Gigliotti-. Abbiamo quindi ora la possibilità di investire in sostenibilità in ogni settore, ma è inutile prenderci in giro: stiamo per affrontare anche una nuova crisi economica e la pagheremo noi giovani, noi attivisti climatici. Ne siamo consapevoli e siamo pronti ad affrontarla solo e soltanto se quei soldi, visto che ci sono, verranno investiti nel futuro sostenibile”.
Marco Crimi