Vaccini, scuole, e consiglio europeo. Su questo presupposto si è svolta la conferenza stampa del premier Mario Draghi e del ministro della Salute Roberto Speranza che già questa mattina aveva affrontato l’argomento con gli altri leader europei.
Vaccini
“L’unico requisito che autorizzasse il blocco di un vaccino era che una società non avesse rispettato i contratti – spiega il premier-. La commissione europea ha allargato il criterio a proporzionalità e reciprocità. In questo modo si sono allargate le opportunità dell’Unione per bloccare le esportazioni”.
Draghi prosegue: “Confermo quanto detto l’altra volta: se non si vede soluzione a livello europeo dobbiamo cercare altre strade”, e sullo Sputnik ” è stato evidenziato che bisogna fare attenzione” perché “l’Ema sta facendo una review del vaccino e non sapremo prima di 3-4 mesi. Sputink potrebbe essere disponibile dal prossimo anno”. Sempre sul vaccino russo ha parlato il ministro della Salute Speranza: “Per noi è importante la salute dei cittadini e quindi aspettiamo il giudizio di Ema e poi dell’Aifa”.
Capitolo operatori sanitari non vaccinati: “Non va assolutamente bene che operatori non vaccinati entrino a contatto con malati e noi ci stiamo muovendo con la ministra della Giustizia Cartabia“, ha detto Draghi. “Stiamo valutando intervento con una norma”, gli fa eco Speranza che però ricorda l’impegno e il sacrifico del personale sanitario durante la pandemia.
Over 80, “quanto detto in Parlamento è stata una reazione spontanea nel vedere le differenze delle vaccinazioni tra regioni”. Il motivo del richiamo “era inteso a far capire che esiste una linea di fondo nella campagna: dare dosi prima a over 80 e più fragili. Il criterio dell’età deve essere centrale. E’ difficile spiegare alla gente il motivo per cui certe categorie sono state vaccinate prima degli anziani”, continua. La prossima settimana si terrà un incontro sul tema con le Regioni.
AstraZeneca, “Io credo che la cosa più normale sia quella di trovare un accordo col Regno Unito ed evitare battaglie nei tribunali. Penso anche che sia la strada che sarà percorsa” spiega il presidente del consiglio dei ministri. “Posso dire -prosegue Draghi- che il blocco è stato votato all’unanimità, anche perché ogni paese aveva il diritto di veto”. Sul tema Draghi chiosa: “Deve essere chiaro che da questa situazione non se ne esce coi blocchi, ma producendo i vaccini”.
Ridistribuzione delle dosi di vaccino, Draghi, si è poi espresso sulla richiesta del cancelliere austriaco Sebastian Kurz di ridistribuire i vaccini: “Bisogna ricordarsi che i vari tipi di vaccini furono ordinati dai vari paesi, ma chi ha fatto l’ordine era libero di scegliere tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Alcuni paesi, forse attirati dal prezzo più basso, hanno deciso di investire su AstraZeneca. Nel frattempo però Pfizer ha consegnato 66milioni di dosi (sulle 65 previste), Moderna ha fatto 10milioni su 10, AstraZeneca ne ha consegnate 30milioni su 120 previste nel primo trimestre. Quindi quei paesi che avevano puntato su AstraZeneca oggi hanno molti meno vaccini del previsto”. Draghi conclude: “Pensare ad un cambio di modello di distribuzione non è fattibile. Noi, così come la Germania, abbiamo deciso di no: non è possibile ovviare così un problema di momentanea debolezza”.
Scuole
Fino alla prima media riapriranno le scuole anche in zona rossa. “Il ministro dell’Istruzione Bianchi sta lavorando in modo ordinato e in alcune zone potremo fare anche i tamponi”, dice Draghi. “Le nostre scelte c’hanno portato a fare scendere il tasso dei contagi. Fino alla prima media la scuola non è fonte di contagio. Ciò che è fonte di contagio sono Tpl e attività extrascolastiche, più si alza l’età più il contagio aumenta”. Le scuole però sono un punto di limitato di contagio “solo se sono presenti tutte le altre restrizioni”.
Estate
“Adesso noi abbiamo più informazioni rispetto allo scorso anno” – dice Draghi – “ovviamente è desiderabile riaprire. Dopodiché la decisione su se e quando riaprire dipenderà solo dai numeri che avremo. Io se potessi, in vacanza ci andrei volentieri”.
Eurobond
“Il debito del tesoro americano -spiega Draghi- produce il titolo finanziario più scambiato nel mondo. Noi invece abbiamo un debito per ogni paese che però non è assolutamente privo di rischi, come accade negli Usa. Una mancanza di un unione bancaria, un’unione di capitali segna un tragitto lungo e difficile. Sarebbe importante avere un impegno politico che, nel giro di qualche generazione potrà completarsi”.
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