Due nuove case della salute in Val di Chiana senese, a Montepulciano e Sinalunga

Due nuove Case della Salute sorgeranno nei prossimi mesi in Valdichiana Senese. Il progetto si concretizzerà per far fronte alla carenza di risorse e personale che sta peggiorando il servizio sanitario nell’area, a scapito soprattutto della fascia più anziana della popolazione.

È stato accelerato l’iter per l’apertura della Casa della Salute di Montepulciano, dove sarà esteso rispetto ad adesso l’orario di apertura degli ambulatori; inoltre ASL Toscana Sud Est ha annunciato che sarà inaugurata entro febbraio 2023 la Casa della Salute di Sinalunga. Presso l’ex ospedale locale troveranno posto non solo studi medici, ma anche servizi infermieristici e sociali, oltre che spazi destinati alla sanità di iniziativa rivolta a pazienti affetti da malattie croniche, con l’obiettivo di ridurre le difficoltà che attualmente vive la popolazione più anziana nel richiedere prestazioni sanitarie.

Si tratta di un risultato fortemente voluto dalle amministrazioni locali e dai sindacati dei pensionati che, dal 2014, a più riprese lo hanno posto al centro delle richieste presentate alla ASL.

La decisione è stata presa nel corso dell’incontro propiziato dal presidente dell’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese Giacomo Grazi, a cui hanno preso parte i sindaci dell’Unione, le sigle sindacali dei pensionati, SPI-CGIL e FNP- CISL, i dirigenti di ASL Toscana Sud Est e della Società della Salute Amiata-Valdorcia-Valdichiana. Il confronto ha avuto come oggetto l’esigenza di fare il punto sulle soluzioni al problema della carenza di personale sanitario, che sta causando sempre più disagi alla cittadinanza e al cronoprogramma degli interventi previsti dal PNRR, in cui rientrano Case della Comunità e Centro Operativo Territoriale, da concludersi entro il 2026.

Oltre che sulle strutture, l’attenzione è stata posta sulle condizioni dell’assistenza primaria e sulla difficoltà nel sostituire i medici che vanno in pensione. Per porre rimedio a tale circostanza è stato aumentato da 1500 a 1800 il numero dei pazienti che i medici in servizio possono prendere in carico. Nelle zone in cui la problematica è più accentuata, si sta ricorrendo a Unità di Continuità Assistenziale per garantire la presenza di medici.