Si sono conclusi i lavori di restauro dell’Altare dei Santi Pietro e Paolo, posto nella navata sinistra del Duomo di Siena all’altezza del pulpito di Nicola Pisano, che ritorna ad offrirsi all’ammirazione dei fedeli e dei visitatori nel suo antico splendore.
L’altare, opera dello scalpellino senese Antonio di Carlo Fancelli risale alla metà del XVII secolo e Alfonso Landi, Professore di “Humanitas” nello Studio Senese, autore del celebre “Il racconto del Duomo di Siena”, la prima vera guida delle opere presenti nella cattedrale, nel 1655 (anno dell’ascesa al soglio pontificio di Alessandro VII), ce ne fa una interessante e minuziosa descrizione: “la pietra bianca è nostrana, i ripieni de’ piedistalli in faccia sono d’alabastro di Castelnuovo dell’Abate [….], i ripieni de’ piedistalli de’ fianchi, il telaio del quadro, et i pilastrini di fuore sono di pietre miste bianche, e nere di Montepulciano [….]; la faccia, che recinge tutto l’altare sotto a le colonne, et il fregio sopra l’architrave è di rosso, e di bianco di Francia [….] sotto alla quale mensa [….] vi è un sessangolo di forma longa d’alabastro di Castelnuovo [….]”.
I lavori, iniziati nel giugno di quest’anno, sono stati diretti dal Geom. Claudio Pistolozzi, Capo dell’Area Tecnica dell’Opera della Metropolitana e dal Direttore Scientifico Prof. Alessandro Bagnoli, Funzionario della Soprintendenza, che si sono avvalsi della consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente – Unità di ricerca Conservazione dei Beni Culturali -, nonché del Coordinatore della Sicurezza Geom. Alessio Cencioni e, per gli apprestamenti di cantiere, della Ditta Cicero Costruzioni S.r.l.
La relazione storico-artistica è stata redatta dalla D.ssa Ilaria Muzii, dipendente dell’Ente. Il restauro lapideo è stato eseguito dai dipendenti Giancarlo Casini, Andrea Galgani – entrambi in possesso della qualifica di “restauratore” – Serena Bianchi e Lucrezia Coletta; i consolidamenti delle strutture lignee sono stati curati da Stefano e Daniele Butti, anch’essi alle dirette dipendenze di OPA.
Il restauro della grande tela che rappresenta la Vergine Maria Assunta in cielo con i Santi Pietro e Paolo, con sullo sfondo la scena di un miracolo compiuto da Pietro in Antiochia, è stato eseguito dal restauratore Jacopo Antonio Carli.
Questo dipinto fu realizzato dal pittore veneziano Salvatore di Pietro Fontana ma, a causa di una diatriba sorta tra il Camarlengo della Congregazione di San Pietro e l’artista, questi non completò il quadro e dopo qualche anno venne chiamato Raffaello Vanni per terminarlo e riadattarlo al nuovo altare. Così, infatti, scrive Alfonso Landi: “La Congregazione la consegnò al Cav.re Raffaello Vanni, poiché la conducesse a perfezione nelle parti che mancano. Ma egli per sua modestia, non toccate punte le idee delle figure, ravvio solamente i panneggiamenti d’esse, e riquadrò la testa con Angioletti abbaglianti secondo l’arte”.
La campagna fotografica specialistica è stata curata da Lensini Foto.
Si chiude in bellezza, quindi, un anno che ha visto, tra l’altro, la conclusione dei lavori di restauro del pulpito di Nicola Pisano, il recupero delle “Teste grandi” per la facciata del Battistero, esposte nella mostra “Maestri a rischio” allestita nella cosidetta Cripta, la messa in sicurezza della tettoia ed il restauro della facciata della Chiesa delle Carceri di Sant’Ansano in via San Quirico, le attività di monitoraggio di tutte le opere sospese del Complesso Monumentale eseguito con l’ausilio di droni e l’intervento degli esperti di EdiliziAcrobatica, mentre sono tuttora in corso le attività di restauro degli arredi lignei della Libreria Piccolomini, affidate alle maestranze di Opera della Metropolitana, e dell’immobile di Via Monna Agnese 13, che dovrebbero concludersi a primavera.
Per l’anno 2019 vengono previsti investimenti per circa euro 3.695.000,00, finalizzati alla manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio e rientranti in progetti, alcuni di durata pluriennale, il cui costo complessivo è stimato in circa euro 8.900.000,00, di cui euro 1.118.000,00 già sostenuti nel 2018.