Dalla Germania alla Gran Bretagna fino agli Stati Uniti, il mondo si muove per leggere e ammirare lo straordinario libro di marmo della Cattedrale: è stato scoperto stamani il magnifico pavimento del Duomo di Siena e sarà visibile fino al 31 luglio e dal 18 agosto al 16 ottobre.
Numerosi i visitatori presenti per cogliere gli stupendi dettagli del frutto di cinquecento anni di espressione artistica che è un viaggio simbolico alla ricerca dei più alti valori dello spirito umano.
Da tutti i continenti, si diceva, sono giunti per godere della bellezza delle tarsie del Sassetta, di Domenico di Bartolo, di Matteo di Giovanni, di Domenico Beccafumi e di Pinturicchio.
“Ho detto a mio marito che questa è una delle Cattedrali più impressionanti che ho mai visto – racconta una turista inglese -. Il pavimento è qualcosa di eccezionale”
“Questa è la prima volta che visito Siena. La città è assolutamente meravigliosa ed il pavimento è incredibile”, dice invece un altro visitatore.
Per Giovanni Minnucci, rettore dell’Opera della Metropolitana, “la visione complessiva delle cinquantasei tarsie del pavimento può rappresentare un momento di personale e silenziosa riflessione, dimentichi, almeno momentaneamente, delle nostre corse affannose e delle nostre quotidiane preoccupazioni, alla ricerca proficua del senso che ciascuno di noi intende dare alla propria vita”
Il prezioso tappeto di marmi policromi è infatti straordinario, unico, non solo per la tecnica utilizzata, ma anche per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla sapienza, a partire dalle navate con i protagonisti del mondo antico, scarmigliate sibille e autorevoli filosofi, fino ai soggetti biblici sotto la cupola, nel presbiterio e nel transetto.
Un libro di marmo, appunto, che richiama il titolo del volume Marilena Caciorgna, catalogo ufficiale dei diversi riquadri, recentemente apparso per i tipi di Sillabe.
Il pavimento, come ricaviamo dal testo introduttivo dell’autrice, non suscita difatti un’impressione soltanto estetica, ma è un libro di marmo da leggere in chiave spirituale: il Duomo come un libro aperto. Il percorso si apre con l’iscrizione d’ingresso, davanti al portale centrale, un invito a entrare “castamente” nel Virginis templum, la casa di Maria, testimonianza del forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis.
La Madonna si definisce anche come sedes sapientiae, sede di sapienza e, subito dopo, la scritta è seguita dalla celebre tarsia con l’Ermete Trismegisto, il sapiente egiziano, il primo grande teologo dell’antichità. Seguono filosofi come Socrate e Cratete nella tarsia del Pinturicchio, Epitteto, Aristotele, Seneca ed Euripide che corredano la Ruota della fortuna e invitano al distacco dai beni terreni, futili, anzi ingombranti per dedicarsi al pensiero filosofico. Si passa dunque all’itinerario biblico in cui Domenico Beccafumi, rispetto agli artisti delle precedenti generazioni, si avvale di nuovi modi stilistici rinnovando la tecnica del commesso marmoreo. L’artista invece di utilizzare pietre di vario colore accosta marmi di sfumature diverse rispetto alla tinta di base. Attraverso le gradazioni tonali del grigio-verde, Beccafumi riesce così a ottenere risultati sorprendenti di chiaro-scuro, in cui luci e ombre delineano le figure con una tale abilità artistica, da sembrare capolavori realizzati con la tecnica silografica o pitture monocrome.
In occasione della scopertura i visitatori avranno inoltre l’opportunità di “deambulare” intorno al coro e all’abside dove si conservano le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, eseguite con una tecnica simile a quella del commesso marmoreo, con legni di diversi colori, raffiguranti vedute urbane, paesaggi e nature morte, armadi che mostrano gli scaffali interni con oggetti liturgici resi con abilità prospettica.
L’itinerario completo OpaSiPass consente, oltre la visita del pavimento in Cattedrale, quella al Museo dell’Opera in cui si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici con i simboli delle città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’uomo. Nella sala dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che permette di avere un quadro d’insieme delle tarsie e del percorso che, dall’ingresso, conduce fino all’altar maggiore. La pianta si deve alla collaborazione del Rettore, Ferdinando Rubini con Paolo Lombardi che ebbe a fotografare i cartoni che riproducevano il pavimento. Nel 1887 la riproduzione in tavole platinotipiche fu esposta da Lombardi, che aveva il suo studio alla Costarella, alla prima esposizione fotografica di Firenze.
La scopertura è stata promossa dall’Opera della Metropolitana ed è organizzata da Opera Laboratori. Tra i servizi offerti saranno inoltre disponibili visite guidate in cui professionisti del settore, in varie lingue, condurranno i visitatori alla scoperta di questo straordinario capolavoro. Il Catalogo, in italiano ed inglese, è edito da Sillabe.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: Sito internet, booking@operalaboratori.com, +39 0577 286300
La ricorrenza di Santa Cecilia, come da tradizione, apre la 102esima Micat in Vertice della…
Ultimo week end con il Tartufo bianco delle Crete senesi Secondo e ultimo week end…
Due milioni di euro per cambiare il volto della rete idrica di Sovicille: sono i…
Rispondo volentieri all’invito dell’amica Katiuscia Vaselli di offrire un ricordo di Alberto Monaci quale politico…
Monteriggioni caput mundi: nel borgo medievale arrivano i grandi del turismo globale con il G7…
Questo pomeriggio, il sindaco Fabrizio Nepi e il vicesindaco Cesare Francini del Comune di Castelnuovo…